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GIOVANNI BOCCACCIO
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FIAMMETTA
Romanzo scritto nel 1343, e
originariamente intitolato
Elegia di Madonna Fiammetta.
Protagonista è Madonna
Fiammetta, ossia Maria d'Aquino,
figlia, pare, naturale di re
Roberto con la quale il
Boccaccio durante il suo
soggiorno napoletano ebbe
rapporti amorosi finiti in amara
delusione. Per questo qualche
critico ha voluto vedere, nella
finzione cui ricorre il
Boccaccio di porre un'elegia
d'amore sulla bocca di
Fiammetta, una vendetta
letteraria dell'amante
amareggiato e deluso ma non
dimentico: le parti infatti sono
invertite rispetto alla realtà,
essendo stata Fiammetta ad
abbandonare il Boccaccio. Se la
materia del romanzo è
indubbiamente autobiografica,
non è facile però rendersi
esattamente conto dello stato
d'animo da cui muove il romanzo,
poiché il carattere appassionato
e quasi tragico della
protagonista non corrisponde a
quello di Fiammetta e, in
complesso, nemmeno in tutto a
quello del Boccaccio. Il romanzo
perciò non è una vera e propria
storia autobiografica, ma una
libera e dotta trasfigurazione
letteraria di un episodio reale,
ispirato probabilmente dalla
storia di Filli e Demofoonte
delle Eroidi di Ovidio. La trama
è semplicissima: la protagonista
racconta con tono
appassionatamente nostalgico la
storia della propria giovinezza,
il primo incontro con Panfilo, i
dolci armeggiamenti e le
languide attese, le gioie
ineffabili, tragicamente
interrotte dalla partenza
forzata di Panfilo per Firenze.
A questo punto la peripezia
appesantisce inutilmente
l'andamento del romanzo:
Fiammetta viene a sapere che
Panfilo si è sposato, e già sta
ragionevolmente consolandosi,
quando le viene nuovamente
riferito che non Panfilo ma il
padre si era sposato mentre
l'ingrato Panfilo dimenticava la
sua Fiammetta nelle braccia di
una bellissima fiorentina. Folle
di gelosia, e di dolore,
Fiammetta vuol darsi la morte,
ma n'è impedita dalla vecchia
nutrice. Arriva infine la
notizia che Panfilo sta per
ritornare, e Fiammetta, lieta
della scampata morte, ritorna a
vivere col cuore proteso verso
l'amato. L'andamento del romanzo
è lirico-narrativo, e la storia
psicologica della passione
amorosa vi è delineata con
esattezza, ma appesantita da una
frondosissima sovrastruttura
classico-letteraria che
costituisce il principale
difetto dell'opera. La voce
della passione vi è infatti
annegata in un mare di
reminiscenze letterarie;
l'analisi psicologica, pur
esatta, resta senza efficacia; e
tutta la prospettiva n'esce
gravemente intorbidita sia nel
complesso del romanzo, sia
nell'interno stesso del periodo,
sovraccarico di elementi
accessori. In realtà la vera
sostanza dell'opera per l'autore
è appunto in questo pomposo
apparato letterario, che fa
della Fiammetta, più che un
romanzo psicologico, uno dei
prototipi del romanzo
umanistico. Edizione critica col
titolo Elegia di Madonna
Fiammetta a cura di Vincenzo
Pernicone che vi unisce chiose
inedite quali dell'autore.
Di un mondo
mistico-teologico-scolastico non
vi è più alcun vestigio. Ormai
tocchiamo terra: siamo in
cospetto dell'uomo e della
natura. (De Sanctis).
La Fiammetta è già il romanzo
moderno. (Carducci).
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Daniele Mattalia |
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