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GIOVANNI BOCCACCIO
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IL FILOSTRATO
Poema d'argomento classico, in
nove canti, composto a Napoli
tra il 1337 e il 1339. Il
titolo, formato con
l'accostamento di un termine
greco, "filos", e di uno latino:
"stratus", nella piuttosto
approssimativa filologia
dell'autore voleva significare
"abbattuto o prostrato
dall'amore". Metro del poema è
l'ottava, è divenuta il metro
tradizionale e caratteristico
dei cantari e dei poemi
cavallereschi; la materia è
derivata genericamente dalle
diffusissime leggende del ciclo
troiano, specificamente dal
lunghissimo Romanzo di Troia del
francese Benoit de Sainte-More
(sec. XII), dal compendio latino
fattone, nella seconda metà del
Duecento, da Guido delle Colonne
e, con maggiore probabilità,
dalla versione volgare del poema
francese dovuta a un Binduccio
dello Scelto. Ma il Boccaccio ha
liberamente rimaneggiato la
materia tratta dalle fonti.
L'azione ci trasporta ai tempi
della guerra troiana, quando il
sacerdote troiano Calcas,
prevedendo la caduta della
città, si rifugia nel campo
greco. Sua figlia Criseide,
invece, è rimasta prigioniera in
Troia, e di lei si innamora
follemente Troilo o Troiolo,
ultimo figlio di Priamo. Tutta
la prima lunga parte del poema è
dedicata alla narrazione degli
armeggiamenti coi quali Troilo
tenta di rivelare alla figlia
del sacerdote tutta l'intensità
della sua passione. Lo soccorre
in buon punto Pandaro, cugino di
Criseide, figura caratteristica
tratta dalla tradizione
romanzesca medievale: Governale
insieme e Galeotto, amico,
confidente e mezzano, passato,
con tinte più fosche, nel poema
di Chaucer e nei drammi di
Shakespeare. In termini
abbastanza spregiudicati,
Pandaro si fa amoroso
ambasciatore di Troilo: Criseide,
per la forma, si scandalizza:
poi, non avendo affatto la
stoffa di donna disposta a
morire di mal d'amore, viene
sciorinando al lettore, in
gorgheggianti monologhi, la
maliziosa e giovanile ardenza
dei suoi sensi.
Dopo altre attese e uno scambio
di lettere, i due amanti
arrivano alfine a bere nella
coppa del piacere, in scene di
una sensualità morbida e calda
che il Boccaccio distende e
sottolinea coi più musicali
indugi delle sue ottave. Ma
l'idillio prende ben presto
fine: durante una sortita molti
illustri guerrieri vengono
uccisi o fatti prigionieri e,
nello scambio di prigionieri che
segue, Calcas ottiene la
restituzione della figlia.
Criseide parte promettendo
all'amante disperato nuove gioie
ed eterna fedeltà. Ma interviene
qui un guerriero aitante della
persona e di temperamento
amoroso, il greco Diomede,
incaricato di ricondurla al
campo greco, e la promessa è
assai presto dimenticata. Troilo
viene a conoscenza del
tradimento da una veste di
Diomede riportata da Deifobo
come trofeo di vittoria e sulla
quale è appuntato un fermaglio
da lui donato alla bella
infedele. Straziato e infuriato,
si getta in ogni mischia in
cerca del rivale, finché, dopo
aver fatto strage di Greci, cade
sotto i colpi del fatato
Achille. Il poemetto,
d'argomento classico, è in
realtà di spiriti intimamente
cavallereschi e romanzeschi, e
perciò germinato, sia pur con
sapore e colore nuovi, dal
fertile terreno della
letteratura cavalleresca
medievale. Ma l'elemento
fantastico e avventuroso dei
vecchi romanzi, nel Filostrato
come nelle altre opere giovanili
del Boccaccio, cede il luogo a
una rielaborazione squisitamente
e consapevolmente letteraria di
elementi realistici e
psicologici. Con giovanile
esuberanza, il Boccaccio rifonde
qui i più vari elementi e motivi
della sua educazione letteraria,
e delle sue prime esperienze di
amante, la signorilità euforica
dell'ambiente mondano
nell'incantevole Napoli, e
quelle tendenze piacevoli e
spregiudicate del suo
temperamento che avran poi
libero giuoco nel Decameron.
Così la favola classica diventa
il semplice spunto per una
libera trascrizione poetica di
una realtà biografica e
sentimentale. Per questo, Troilo,
spesso portavoce dell'autore, è
personaggio più lirico che
romanzesco. Delineato, invece,
con una più scaltrita e vivace e
oggettiva tecnica psicologica è
il personaggio di Criseide, col
quale il Boccaccio supera
brillantemente la sua prima e
grande prova di narratore-poeta
e di acuto psicologo.
Il racconto del Boccaccio fu
amplificato nel poema Troilo e
Criseide di Geoffrey Chaucer
(1340/45-1400), dove però Troilo
lascia a Criseide il posto di
protagonista.Una versione in
prosa francese del Filostrato fu
eseguita da Loys (o Pierres) de
Beauvau (1410 c.-1462),
intitolata Romanzo di Troilo.
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Daniele Mattalia |
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