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 Autore Luigi De Bellis   
     

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IL CINQUECENTO

TASSO: LE SETTE GIORNATE DEL MONDO CREATO

 

Poema didascalico in endecasillabi sciolti composto negli anni 1592-1594 e pubblicato postumo. In sette parti "giorni", che corrispondono ai giorni della creazione e del riposo di Dio, il poeta descrive minutamente l'opera divina, traendo motivo da fenomeni della natura per considerazioni e ammonimenti morali. La prima idea del poema venne al Tasso dalla lettura del poema La settimana, del poeta ugonotto francese Du Bartas, di argomento analogo: ma evidente è l'influenza di Lucrezio (La natura delle cose), a cui il poeta vuole contrapporre questo suo poema della natura, cattolico ed edificante. Non vi è per la materia trattata interesse scientifico (vi si accolgono senza critica tutte le notizie favolose tramandate dall'antichità e dal Medioevo), e la poesia vi appare mortificata dalla costante preoccupazione moralistica e dalla stanchezza del poeta precocemente invecchiato: ma dal discorso, solitamente dimesso e monotono, spiccano passi intorno a quelle bellezze della natura che hanno sempre commosso il poeta e che qui appaiono con immagini nuove (la luce, il sole, la luna, l'acqua), e, sopra tutti, quelli nei quali il suo spirito afflitto si rivolge dalla contemplazione del creato alla pace eterna dell'oltremondo, e che si concludono con la preghiera finale del mondo a Dio perché ponga fine al travaglio della vita e doni alle creature la pace senza tempo del cielo (Esamerone).


Furono scritte in vecchiaia, è vero, ma senza appunto, quel gonfiore e quello studio delle rime e delle ottave del gran poema. (Bettinelli).

Il Mondo creato ha passi di vasto respiro: ma sopra tutto svela che il poeta sceglie la sua materia poetica con gusto di poesia, in tutte le forme del sapere. La cultura del Tasso ha prevalentemente uno scopo di antologia poetica: perfino quando tocca la teologia. Più che la verità delle rose a lui importa il moto sentimentale, la naturale armonia primigenia delle cose che ama, e che egli subito vede tradotte in bei numeri. Se non sempre i versi son pari a quel motivo poetico, il difetto è di elaborazione lirica, non già di corruzione culturale. Del Mondo creato, amplissima enciclopedia di "cose poetiche", si può compiere una scelta felice; e l'insieme della concezione, qua e là stanca, reca ancora il segno della verace grandezza. (F. Flora)

 

Mario Fubini

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