L'Ottava del
Poliziano
Per il Petrarca, tutta la
natura vive per la memoria di Laura, si anima come toccata
dalla sua presenza, dice la sua presenza.
|
Parmi
d'udirla, udendo i rami e l'òre
E le fronde e gli augei lagnarsi, e l'acque
Mormorando fuggir per l'erba verde. |
|
Qui siamo nel regno fatato
della musica. Tutti suoni, dolci suoni, inesprimibili suoni,
a ricordare con indicibile strazio quella voce di Laura; e
l'anima, sospesa, ora ode ora non ode più. Poliziano,
invece, volta per volta, è come se ti ammaliasse l'occhio; e
tu incantato a vedere, senza essere mai sazio. Nascerà di
qui, poi, da quest'offrirti in successive immagini il suo
vivacissimo mondo, nascerà di qui la sua ottava, nella
caratteristica divisione in distici, per tempi e modi
diversi. Non è l'ottava dell'Ariosto, l'armoniosa ottava,
che smorza in sé e dora i suoni e le impressioni, obbediente
sempre a un'idea nettissima, a un'onda il cui disegno è
sempre uno e vario, un mutevole giro vaghissimo chiuso. E
non è l'ottava del Tasso, franta, intarsiata, ricca,
disuguale, intimamente disarmonica, con stanchi languori,
che vorrebbero, e non riescono a conciliare le disarmonie, a
sciogliere gli intarsii. E' l'ottava in forma di concertato.
Piccoli strumenti, ciascuno col loro timbro nettissimo, anzi
un poco agro, un sottile sapore di terra e d'ingegno. Si
pensa a quelle zone felici, quand'è cessato il tumulto della
grande orchestra. O si pensa, e questo suggerirebbe un modo
particolarissimo di leggere il Poliziano, e nel tempo stesso
aiuta a capire la sua arte, si pensa a certe esecuzioni
sinfoniche, dove il maestro badi a conservare la distinzione
delle diverse zone e parti, fin nelle minime pieghe e ombre,
non a fondere quelle zone e parti e farne, come dicono, uno
strumento solo. Distinguere e mantenere distinte tutte le
voci, fino all'insoffribile acuità; e fare che il miracolo
avvenga per sé, direi per magia, dentro di noi, in un
secondo tempo, in un tempo stregato. Perché, insomma, se con
l'ottava dell'Ariosto subito ti senti preso da un'onda di
suono accordata, e chiarissimamente vedi e segui e godi il
filo di quell'onda; se con l'ottava del Tasso, fatichi e ti
perdi e ti ritrovi, come per sentieri impervii; con l'ottava
del Poliziano ti piace di sentire in te quel variato
complesso, di far parte tu stesso del divino lavoro, e ti
par quasi di avvertire il miracolo nel momento che si crea.
Sono i vari accordi che si scontrano come fosse la prima
volta. E questo è veramente cosa nuova nella storia della
poesia. |