SIGNIFICATO
POLITICO E LETTERARIO DELL'OPERA FOSCOLIANA
Quando la
rivoluzione del 1795 sconvolse i principii da secoli
stabiliti in Italia agitando gli spiriti e gli interessi
degli abitanti d'ogni provincia, gli scrittori fin qui
menzionati avevano tutti pubblicate le opere per le quali
hanno ottenuta stabile riputazione presso i loro
connazionali.
In quel tempo Ugo Foscolo era un giovanetto, ma non tanto da
non avvantaggiarsi dell'amicizia e dell'esempio dei suoi
contemporanei più segnalati. Se non che il totale
rivolgimento nelle condizioni politiche del paese, la sua
educazione militare, la parte che egli ebbe nelle cose
pubbliche, svilupparono il suo ingegno e formarono il suo
carattere in maniera del tutto diversa da quelli dei suoi
predecessori; inoltre le condizioni nelle quali egli ebbe a
scrivere si formarono troppo tardi per influire sullo stile
di quelli, ed essendo ormai passate, potranno forse
richieder secoli a riprodursi...
Delle Lettere di Ortis i dotti italiani non dicono né bene
né male, se pure esse siano ristampate in Italia più spesso
di nessuna altra opera del Foscolo, e siano per certo meglio
note oltre le Alpi: i Tedeschi vi hanno esaurito sopra tutta
la metafisica della critica; le hanno tradotte due volte e
tal professor Luden ha accordato alla sua versione un intero
volume di dissertazioni; dopo tutto non è che un'imitazione
del Werther; con la notevole differenza tuttavia che lo
scopo dell'Italiano è unicamente politico. V'è infatti
qualcosa che può soddisfare tutti i gusti nella politica,
nella poesia e nell'amore di Ortis. Le allusioni alla caduta
della Repubblica Veneziana e l'introduzione di personaggi
viventi, quali il Parini a Milano, conferiscono al racconto
una realtà, che deve riuscire di grande interesse per gli
Italiani, e attrae anche gli stranieri. V'è un così
malinconico patriottismo ogni volta che l'autore nomina
l'Italia da renderlo rispettabile agli occhi d'ogni generoso
lettore...
L'amore di Ortis è forse la parte meno interessante
dell'opera: non è infatti concessa bastevole importanza alla
vita di lui, da render naturale che tanta ne sia attribuita
alla sua fine. Difficile forse il render molto attraenti le
avventure d'un oscuro uomo politico; ma è pur possibile che
quanti sono, per età e per sesso, più suscettibili di teneri
affetti possano commuoversi per le sfortune e l'eroica
disperazione del Werther italiano. Ha l'Ortis inoltre il
vanto d'essere stato il primo libro a indurre le donne e il
gran pubblico dei lettori ad interessarsi della cosa
pubblica; e fu grande impresa in un paese che un'unica
massima aveva posto per secoli a fondamento dell'educazione
d'ogni classe sociale, De Deo parum, de Principe nihil. È
ancora oggi difficile il ritrovare in Italia un'edizione
delle Lettere di Ortis in tutto immune dalle mutilazioni che
i revisori d'ogni sorte hanno inflitto a questo romanzo; a
dispetto nondimeno dei loro cauti sforzi riuscì impossibile
di evitare tutte le pagine che lanciavano invettive contro
la corruzione dei vecchi governi, le usurpazioni straniere
di quelli nuovi e finalmente contro il tradimento del
generale francese che comperò e rivendette la Repubblica di
Venezia.
Centinaia di romanzi erano stati già prima pubblicati dal
Chiari e dal Piazza a diletto soltanto dei lettori volgari;
quelli di gusto più raffinato erano ricorsi ai romanzi
stranieri. Onde le Lettere di Ortis son l'unica opera del
genere, che per l'ardimento delle idee, la purezza della
lingua, accompagnata da certa scorrevolezza di stile,
riuscisse adatta al gusto di tutti i lettori...
Di poesia questo autore ha pubblicato soltanto due odi e un
breve carine intitolato I Sepolcri, che egli compose quando
fu proibito di seppellire i morti nelle tombe di famiglia.
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Pur
nuova legge impone oggi i sepolcri
Fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti
Contende. |
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A norma
delle disposizioni di questa nuova legge, i cadaveri tutti,
senza distinzione dovevano essere sepolti in cimiteri
pubblici fuori delle mura cittadine; ed era prescritta la
misura delle pietre tombali e gli epitaffi erano soggetti
alla revisione e all'approvazione dei magistrati. In questo
carme il Foscolo sembra essersi proposto a scopo di
dimostrare l'influsso che la memoria dei defunti ha sui
costumi e sull'indipendenza delle nazioni.
Potrà bastare la citazione d'un passo che più facilmente
verrà inteso da chi abbia visitata la chiesa di Santa Croce
in Firenze.
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Io
quando il monumento
Vidi ove posa il corpo di quel grande
..................................................
E Patria, e, tranne la. memoria, tutto. |
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Questo
carme, che soltanto contiene trecento versi, provocò
nondimeno libelli e critiche d'ogni forma e da ogni parte:
giovani scrittori tentarono d'imitarlo; i critici
dichiararono ch'esso avea promossa una riforma della lirica
italiana...
Gli sciolti del Foscolo son del tutto diversi da quelli
d'ogni altro poeta: ciascun verso ha pause peculiari ed
accenti convenienti all'argomento, onde i sentimenti
melanconici procedono con ritmo lento e misurato, e le
immagini vivaci balzano avanti con il rapido passo della
gioia. Talun verso è costituito quasi esclusivamente di
vocali, altri quasi interamente di consonanti; e checché
possa giudicare un inglese di questa aderenza del suono al
senso (che è tentativo riprovato dopo l'editto del dottor
Johnson), il poeta italiano è almeno riuscito a dare una
diversa melodia a ciascun verso e varia armonia ad ogni
periodo.
È forse necessario essere italiani per risentir pienamente
l'efficacia di tali combinazioni; ma possono i dotti d'ogni
terra scorgere che il Foscolo s'è formato su modelli greci,
né soltanto in questo particolare, ma anche per altri
aspetti dell'arte sua...
Sempre il Foscolo è vissuto e ha scritto in guerra aperta
con gli autori suoi contemporanei e con i partiti politici
trionfanti; non fa meraviglia quindi ch'egli sia stato
trattato duramente in tutti i generi di pubblicazioni e in
particolare nei giornali, nei quali si troverebbero accuse
contro di lui che non si limitano alla sua vita di
letterato. Mai non fu egli personale negli attacchi e mai
rispose agli attacchi personali di altri; affettò perfino
così pieno disprezzo verso di questi da far ristampare e
distribuire talune calunnie scritte contro di lui; e forse
non s'avvede che si fatta sua appare te moderazione dimostra
tutt'altro che la sua indifferenza agli attacchi.
La popolarità egli deve piuttosto alla sua condotta che ai
suoi principii o anche alle sue opere, perché quelli non son
tali da ottenere il favore dei più, e queste son sopra la
levatura dei comuni lettori.
Gli ammiratori di Napoleone potrebbero riconoscere in questo
autore un suddito ribelle, ma un lodatore sincero ovunque
egli abbia ritenuto opportuno di dar lode. Ed è verità che
Napoleone largì all'Italia tutti i beneficii che una nazione
schiava e divisa poteva in alcun modo attendersi da un
conquistatore: a lui andò debitrice dell'unificazione, a lui
delle sue leggi e delle armi; e da lui e dal suo ordinamento
trassero ispirazione la rinnovata attività e il
riconquistato spirito militare d'Italia. Ma il Foscolo era
cittadino della Repubblica Veneziana che Napoleone
distrusse, e sono molti coloro che in Italia considerano
l'indipendenza del proprio paese come il primo e
indispensabile passo verso la sua rigenerazione. Il Foscolo
che, come taluni altri fu eletto tra i collegi elettorali
quando la repubblica italiana venne degradata a regno
sussidiario, si destreggiò per mai non esservi presente,
perché non volle prestare il giuramento di fedeltà;
nondimeno non riscontrò impossibile il vivere sotto il
dominio francese. Alla loro volta gli Austriaci lo
richiesero personalmente d'un giuramento di fedeltà al loro
imperatore; e il Foscolo rifiutò a loro quanto non aveva
voluto concedere a Napoleone; ma sotto il loro regime
deprimente non poteva respirare; divenne esule volontario e
il suo addio ai concittadini è espresso nel linguaggio d'una
orgogliosa rassegnazione. |