DONNA
PIETOSA E DI NOVELLA ETATE
Canzone, la più bella della Vita
Nuova, dove se ne rivive, con più
attento sguardo ai movimenti
psicologici che lo informano, il
motivo poetico fondamentale:
l'ascoso timore di perdere la
creatura amata, la cui bellezza
spirituale dà luce all'intelligenza
e gioia al cuore. La canzone si
contiene nel quadro di una
narrazione a tocchi labili e
sfumati, liricamente animata dal
fervore di una commozione intima e
profonda, che crea con rapidi
trapassi le proprie visioni
drammatiche e angosciose. Gravemente
infermo, Dante invoca la morte
piangendo. La giovane donna che
l'assiste amorosamente scoppia in
singulti. Altre donne accorrono,
allontanano la piangente,
s'appressano al letto di Dante, lo
richiamano in sé e lo rincorano,
credendolo in delirio. Dal pensiero
che l'angosciava Dante si stacca,
pronunziando il nome di Beatrice: ma
con voce così rotta dal pianto che
poté udirlo soltanto il suo cuore.
Benché gli si dipinga in volto la
vergogna, egli si rivolge
amabilmente alle donne che gli sono
attorno e che in quel suo pallore
temono la morte. Con dolcezza lo
confortano e gli domandano di che ha
avuto paura nel delirio. Così Dante
fissa e artisticamente rappresenta
l'atmosfera trepidante di generosa
bontà, entro la quale egli si
riprende e si racconta. Mentre
pensava alla sua fragile vita e al
suo rapido trapassare, egli sentì
come propria la vita della sua
donna, destinata pur lei a perire. E
si vide perduto. E chiuse gli occhi
delirando. Alla sua fantasia
apparvero visi di donne addolorate,
che gli dicevano: "tu morirai". E
nel suo vano immaginare si ritrovò
in un luogo dove altre donne,
scapigliate e affrante, alzavano
grida: il sole si velava, apparivano
le stelle ed era un pianto del
cielo: precipitavano gli uccelli
dall'alto: la terra tremava; e uno
gli dava l'annunzio fatale: "Morta è
la donna tua, ch'era sì bella".
Alzando gli occhi in lagrime, egli
corse allora un candore di angeli
volanti, che cantavano "osanna"
dietro una nuvoletta e risalivano su
nel cielo. Sospinto dall'amore si
portò quindi a vedere la salma della
sua donna, collocata sulla bara,
mentre la ricoprivano di un velo. In
umile e rassegnato atteggiamento
ella sembrava dire: "io sono in
pace". E allora, nel suo dolore
Dante s'era sentito cristianamente
buono ("umile"). Vista nella sua
donna, la cui anima in istato di
grazia era salita al cielo, la morte
gli parve dolce e la riconobbe
pietosa; e la invocò di tutto cuore.
Anche per sé prego la grazia della
buona morte. Poi se nera allontanato
e, guardando il cielo, riconobbe
beati coloro che vedevano l'anima
bella della sua donna. In quel
momento l'avevano riscosso le donne
e richiamato in sé con affettuosa
gentilezza. Nella sua trama
narrativa la canzone è un sottile
ricamo di sentimenti delicati, che
sorgono dal profondo: vita di
un'anima, che intimamente trepida
vigilando e che si coglie
stilisticamente nella parola fragile
e appassionata, sempre suggestiva
nella sua lirica indeterminatezza.
Nella commossa invocazione alla
grazia della buona morte, il motivo
poetico della morte di Beatrice,
come la morte temuta e deprecata, si
fa motivo di esaltazione della donna
amata, di là dalla morte, nel regno
della gloria. |