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Nuovo
titolo, a cominciare dall'edizione del 1890, di quelle
che, nel volume Isaotta Guttadauro ed altre poesie rano le
"altre poesie", con l'aggiunta di nuove poesie della
stessa ispirazione. Notevole, come tentativo di
riafferrare di là dall'ispirazione parnassiana
l'aspirazione sentimentale e spirituale, la lirica "Al
poeta Andrea Sperelli", cioè all'"alter ego" del poeta nel
romanzo Il piacere, ma ancora una volta il tentativo
fallisce, perché in luogo del fremito dell'animo l'unica
cosa che il D'Annunzio sa dare sono anche qui immagini
insieme vaghe e corpose, che fanno sembrare finto il
dolore, e su tutto la sonora pasta del verso, il cui ritmo
non ha niente a che fare con l'asserito dolore, ma ancora
e sempre con la gioia parnassiana di sillabare il verso.
Da notarsi che, fra le romanze aggiunte, quella, assai
bella, con la firma "Jessica" non è del D'Annunzio ma di
Barbara Leoni, sua amata amica in quegli anni. Queste
poesie furono poi raccolte, con l'Isottèo, sotto il titolo
Il verso è tutto nell'Edizione Nazionale delle opere di
D'Annunzio (1930). |