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Sotto questo titolo Gabriele D'Annunzio pubblicò nel 1915
in rivista, e in volume nel 1920, gli abbozzi per un
"mistero" in quattro atti in versi; i medesimi abbozzi
furono ripubblicati anche come scenario per cinematografo
(insieme con un breve sunto dell'azione in italiano e
francese), press'a poco in quell'epoca: un film infatti ne
fu tratto da A. Boutet e A. Traversa, nella scia del
fortunato successo di Cabiria. Vi continua il
pseudomisticismo del Martirio di san Sebastiano; e se vi è
evitata la particolare dilettazione sensuale della lingua
francese adoperata in quell'opera e altrove, lo stesso
effetto vi raggiunge l'esplicito riecheggiamento e
stilizzamento delle Laude di Jacopone e dei Fioretti di
san Francesco. Vi si accenna la storia di un pastore,
Odimondo, come Aligi della Figlia di Iorio, che abbandona
la propria fidanzata Novella, preso subitamente di una
prostituta lebbrosa. Per guarire dall'orrida malattia
bisogna ch'ella sugga il sangue di una creatura innocente,
perciò il pastore uccide la propria sorellina, Gaietta. Ma
un mistico Pellegrino non soltanto risuscita l'uccisa,
altresì converte a vita spirituale la cattiva femmina, e
tutti se li trae dietro in Terra Santa con una crociata di
bambini le cui navi cadono però in mano di venditori di
carne umana, che contano trafficarli come schiavi. Né
d'altronde l'amore carnale è spento in Odimondo: talché il
naufragio finale delle navi crociate in cui periscono
Novella e Gaietta, suona a lui come sua propria punizione
e vendetta del Cielo. Vecchi motivi affiorano nella
complicata storia, soprattutto quello della Superfemmina;
ma anche qui, come nel Martirio di san Sebastiano, il
misticismo estenua qua e là in soave musica il tema
erotico: e il "mistero" non uscì dallo stadio
dell'abbozzo, forse anche per l'aspetto tanto più vago,
narrativamente slegato e suggestivo, che così conserva.
Meglio della Parisina e del Ferro, l'operetta riesce
pertanto notevole nel particolare momento a cui appartiene
dell'evoluzione artistica del D'Annunzio, accanto al
Martirio di san Sebastiano e alla Pisanella. |