Letteratura italiana: Opere di D'Annunzio

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Parliamo di

  Le opere di Gabriele D'Annunzio
Autore critica
Eurialo
De Michelis

 


Le elegie romane
 

Titolo goethiano ripreso da D'Annunzio per una raccolta di poesie, edita nel 1892, similmente ispirate a Roma e a una donna. Sono 25 elegie, in distici barbari, disposte in modo che vi si disegna la storia di un amore, prima fiorente, poi caduto dal cuore dell'uomo, che non cessa tuttavia di sentir pietà per la donna disamata e respinta. Nel senso di quella poesia d'introspezione psicologica, lungamente cercata in verso e in prosa nell'Intermezzo di rime, nel Piacere, nell'Innocente, è forse il libro più convincente del D'Annunzio; perché l'introspezione psicologica vi trova aiuto nella disegnata vicenda, la quale comunque comunichi alcunché di volontaristico e di extralirico ai singoli componimenti, non è più di quanto possa sciogliere la psicologia in musica. i momenti migliori sono dunque quelli dove la celebrazione superumana della beltà amata si attenua e si estenua quasi nel sospiro di un madrigale, aggiungendo talvolta, per più di musica, la rima sulle cesure e a fine verso dei distici barbari; o dove la pietà e la durezza nel cuore dell'uomo, il pianto della disamata, dànno luogo a quello stesso molliccio dell'Innocente, ma tenendolo in una zona dove più genuinamente è struggimento, voluttà, autocompianto, musica ancora. E in questo clima sentimentale, i cieli e le fontane, le chiese e le ville, cioè le stesse visioni di Roma che diedero respiro e voluttà al Piacere, si stemprano come un solo palpito del sentimento, diciamo così psicologico, senza la frattura fra vicenda e descrizione che si avvertiva in quel romanzo. Le Elegie romane furono poi comprese nel volume Femmine e Muse (1929) dell'Edizione Nazionale delle opere di D'Annunzio.

 

Luigi De Bellis