|
Poesie che figurano con titolo proprio di seguito al Poema
paradisiaco, pubblicato nel 1893, certamente per far
contrasto con la troppo languida mollezza di quel poema.
Vi si affermano, come tema, gli interessi politici che già
avevano dato origine agli scritti navali nel volume
L'armata d'Italia; ma, alla ricerca di un tono che
liricamente li giustifichi, non sanno se non oscillare
assai bruttamente fra il tono prosastico del Poema
paradisiaco (con soluzioni che ricordano addirittura il
Betteloni), e toni celebrativi di povera efficacia, dove
non riprendono, come "In memoriam", strofe intere del
Whitman. Importante libro nella storia del futuro uomo
politico, poeticamente è ancor più povero del poema cui
s'accompagna, e tutt'al più vale a confermare quell'esperienza
di ricerche sintattiche e metriche. Le Odi navali furono
poi incluse nel volume L'orto e la prora (1930)
dell'Edizione Nazionale delle opere di D'Annunzio.
Chiunque legga un solo di quei componimenti è offeso dalla
vanità verbosa e dallo sforzo di cercare un sentimento che
fuori della retorica non riesce a farsi "parola". (F.
Flora)
|