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Romanzo. Pablo, il protagonista, è un giovanotto torinese
che, all'inizio del romanzo, sa fare una cosa sola:
suonare la chitarra. Egli vive tra amici, in un ambiente
dove questa sua abilità viene esaltata. Uno degli amici,
Aurelio, tornando in motocicletta da una festa da ballo in
compagnia di una ragazza, finisce in un campo e si riduce
in condizioni tali da non poter mai più camminare. Andando
a trovare l'amico, Pablo incontra la ragazza, Linda, e se
ne innamora. Linda conduce una vita libera; lavora in una
sartoria teatrale, frequenta le sale da ballo e i ritrovi
notturni, conosce attori e impresari. Appunto un
impresario, Lubrani, la circonda delle maggiori
attenzioni, sicché Linda finirà per andare con lui,
preferendolo a Pablo. La storia di questo amore si svolge
a Torino tra locali, strade, piazze, passeggiate in
collina, quasi sempre di notte. La stessa città immersa in
una patetica desolazione, che si affacciava in qualche
prosa e racconto di Feria d'agosto, accoglie la trama
leggera dei rapporti tra Linda e Pablo, quell'avventura di
sentimenti librata in un arbitrio apparentemente felice,
ma in fondo condannata dal suo stato di non-coscienza, di
gratuità, di licenza. Quando Pablo si rende conto che
Linda è perduta per lui, cerca un conforto all'angoscia e
al vuoto nel lavoro, ma questo non gli basta e sente che
deve lasciare Torino, le strade, le case, i colori, il
sapore di una città che si identifica ormai con la sua
giovinezza senza futuro. Termina, esattamente a metà
(undici capitoli su ventidue), la prima parte del
racconto. Pablo va a Roma. Siamo negli anni della guerra
di Spagna, e a Roma, oppressa dalla parata fascista,
fermentano le opposizioni clandestine. Il giovane entra,
quasi senza accorgersene, nel loro giro. A ponte Milvio,
all'inizio della Cassia, una giovane vedova tiene una
bottega dove si riparano biciclette: qui Pablo lavora.
Carletto, un attore di rivista che ha conosciuto a Torino
ai tempi di Linda, gli fa da guida nella città
sconosciuta, tra osterie dove si mangia e beve, teatri,
gente diversa. Ma la descrizione di Roma è sostanzialmente
seria, condizionata dal lento affiorare, nella coscienza
di Pablo, di motivi nuovi: il senso di una società da
costruire, di ingiustizie da riparare, di mali da
combattere. Contemporaneamente, si stringe tra lui e Gina,
la padrona del negozio dove lavora, un legame pacato e
maturo, senza esplosioni né crisi. Dagli ambienti
dell'opposizione borghese, in cui si muove Carletto, Pablo
passa a quelli dell'opposizione operaia. Un giorno, i
compagni gli chiedono di ospitare Gino Scarpa, un
comunista che viene dalla Spagna e che la polizia fascista
ricerca: è il suo primo incontro con un antifascista vero,
un fuoruscito, uno che ha combattuto. Pablo è poi
arrestato, e incarcerato per alcune settimane: rimesso in
libertà, è costretto a tornare a Torino, dove Gina lo
raggiungerà. Come ha dichiarato lo stesso Pavese, Il
compagno "è la storia di un'educazione e di una scoperta.
L'Autore ha immaginato un giovanotto piccolo-borghese
scioperato e incolto, qualcosa di peggio che un
proletario, e l'ha messo di fronte a certe realtà". Ma
questo avviene essenzialmente nella seconda parte del
libro, dove l'impegno a razionalizzare la materia e ad
analizzare i rapporti dei personaggi fra loro e con
l'ambiente è assolto con un piglio stilistico da scrittore
maturo, una sicurezza nell'impastare e dosare i toni
diversi, narrativo e descrittivo, lirico e didascalico. La
prima parte è invece, essenzialmente, un lungo, stupendo e
delirante poemetto amoroso, dove Linda e la città, le case
e la collina, sono un solo e cangiante effetto, una
medesima seduzione. Risuona nell'ambiguità tra impegno
morale e istinto, tra ragione e sentimento, in questa
tonalità intermedia, indiretta e irresoluta dell'anima, il
timbro peculiare di Pavese: la prima parte del Compagno,
che ne è interamente intrisa ed esaltata, costituisce
indubbiamente uno dei suoi più alti risultati. |