Letteratura italiana: Luigi Pirandello

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Parliamo di

  Autori del Novecento italiano: PIRANDELLO
Critica all'opera
  Gerardo Guerrieri

 


Come prima, meglio di prima
 

Commedia in tre atti tratta dalla novella "La veglia" (Novelle per un anno), rappresentata nel 1920. Fulvia Gelli, corrotta dal sadismo del marito, fugge di casa, abbandonando la figlia Livia, e va a vivere con vari amanti, scende di gradino in gradino finché tenta di uccidersi in una pensioncina della Toscana. Per caso il marito, che è un grande chirurgo, la opera, la salva, e, di più, la rende incinta durante la convalescenza. Così Fulvia torna nella casa del marito, e per evitare che Livia, alla quale fu detto che la madre era morta, venga a conoscere il passato, sarà per tutti Francesca, la seconda moglie del dottor Gelli. La figlia ha inconsapevolmente una invincibile ripugnanza per questa signora dai capelli tinti di rosso che ha usurpato il posto di sua madre. L'immagine di Fulvia morta si erge tra le due donne e le rende sempre più estranee e nemiche; arriva a prendere consistenza perfino nel cuore della madre che ormai concentra la sua maternità sul nascituro. Livia scopre che i due non sono sposati: dunque erano veri i suoi sospetti, Francesca è una donnaccia. Ma quando la fanciulla glielo dice, Francesca non resiste, le spiattella in faccia la verità e parte col suo bambino e un appassionato amante che è venuto a cercarla. Il nodo della commedia, cosa non infrequente nel teatro pirandelliano, è capace, seppure da lontano, di richiamare il giuoco tradizionale dei doppi, si stringe su uno stesso personaggio duplicato; e fra l'uno e l'altro aspetto di una stessa persona, l'autore insinua romanticamente il tema dell'evasione, la disperata attesa di un evento che sottragga la creatura umana alla prigione del costume e della convenzione sociale. Il pessimismo, anch'esso romantico, vieta che l'evasione abbia un termine felice, e al termine dell'avventura le creature ricadranno nell'antica prigionia: ma a questo punto, contrariamente ai più divulgati aspetti del romanticismo, Pirandello ci si discopre per conservatore ed elegiaco: i personaggi cercano di ritornare a una felicità passata, di cui conservano un vago ricordo, o di custodire la formula in cui una volta si era acquietata la loro sete di esistere: atteggiamento che Pirandello ha in comune con larghe zone del nostro naturalismo. Un altro modo occorre osservare nella commedia: la crudezza, quasi da romanzo d'appendice, delle situazioni; ma è crudezza ingenua, perché a malgrado di ogni meccanismo intellettualistico, l'autore è infelice e pietoso: ogni avventura propone un arido enigma: sciolto l'enigma, l'avventura fa naufragio. E i personaggi hanno vita concreta e senza ideali: fatti di squallida carne, privi dell'anima, nonostante l'ipotesi spiritualistica che qua e là il poeta propone.

 

Luigi De Bellis