Parliamo di |
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Autori
del Novecento italiano:
PIRANDELLO |
Critica
all'opera |
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Gerardo
Guerrieri |
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Ma non
è una cosa seria |
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Commedia in tre atti
rappresentata nel 1918. Memmo Speranza, giovane
spensierato e allegro, è passato per tante avventure e
scampato da così violenti duelli che decide di mettere la
testa a partito. Nel senso che sposerà una donna
qualunque, per poter filare la propria rotta
pacificamente, al riparo da ogni altro tranello
matrimoniale. La ragazza scelta ad attuazione di questo
disegno è Gasparina proprietaria di una pensione
frequentata anche dal vecchio signor Barranco, che ha un
debole per lei. Cosi, a matrimonio fatto, standosene tutti
e due divisi secondo i patti, il signor Barranco fa
approcci con Gasparina perché si decida a por fine a
questa immoralità, sposando lui. Ma Memmo Speranza, nel
frattempo, s'è innamorato di Gasparina, e proprio per le
insistenze del vecchio si accorge che non potrà più
staccarsene, col risultato che il matrimonio finto si
muterà in uno vero. Sul filo di questi avvenimenti, la
penna di Pirandello lavora con borghese bonomia, non
trascurando una ironia qui non affilata ma solo
affettuosa. Per questo i salotti, gli ambienti delle sue
commedie risultano di una vivace immediatezza, quantunque
privi di una particolare ispirazione. Di questi sfondi
pirandelliani resta l'odore e un'efficace documentazione:
un'antologia del salotto borghese di provincia potrebbe
essere uno dei migliori sottoprodotti del teatro
pirandelliano.
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