Letteratura italiana: Luigi Pirandello

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Parliamo di

  Autori del Novecento italiano: PIRANDELLO
Critica all'opera
  Gerardo Guerrieri

 


Il giuoco delle parti
 

Commedia in tre atti rappresentata nel 1918. In questa commedia Leone Gala, prototipo pirandelliano dello sterminatore di convenzioni, ha la parte del leone. In lui la ragione ha vinto sentimento, amore, onore: egli gira con una gelida maschera raziocinante sul volto. La moglie Silia lo tradisce con Guido, tuttavia Leone li lascia fare, li guarda agire con penetrante ironia, con filosofica superiorità. Silia non può sopportare questo: capricciosa, sensibile, vivace, odia Leone e chiede a Guido di ucciderlo. Finalmente, d'accordo con lui, mette Leone nell'obbligo di sfidare come marito un marchese da cui si deve ritenere offeso. Leone accetta, lascia che siano fissate tutte le condizioni, le più gravi, dello scontro; ma al momento di battersi si rifiuta di scendere in campo. Non lui, ma l'amante deve andare; a ognuno la sua parte: tocca all'amante difendere le sue ragioni. E l'amante va a farsi ammazzare in duello. Manipolato con abilità farsesca, che irrigidisce i personaggi a marionette, e miserabilmente li serra nella finzione dove sono stati tanto volonterosi di chiudersi, anche il Giuoco delle parti mostra i suoi personaggi ignari e concitati, nonché miseramente ridicoli. Le loro ribellioni sono ortodosse e borghesi, si richiamano sempre a un codice: ignare di vita morale che non sia limitata a un rapporto di convenzioni (le "parti" appunto), le creature di questa commedia eseguono puntualmente il giuoco cui si son da principio condannate; se nel chiuso della loro vita soffrono, viste dal di fuori appaiono ridicole soltanto. Commedia esemplare comunque, dei limiti di farsa imposti, se non a ogni commedia, certo alle convenzioni dell'ottocentesca commedia borghese col suo triangolo dell'adulterio.

 

Luigi De Bellis