Parliamo di |
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Autori
del Novecento italiano:
PIRANDELLO |
Critica
all'opera |
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Gerardo Guerrieri |
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Quando si è qualcuno |
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Tre atti rappresentati nel 1933. È l'interpretazione, quasi
autobiografica, della celebrità e del triste peso che
l'accompagna: uno degli esempi di cristallizzazione della
vita. "Qualcuno", scrittore famoso e cinquantenne, scrive
per una ragazza di cui è innamorato, liriche giovanili e
felici, firmandole Dèlago, giovane scrittore vivente in
America. Egli non può rivelarsi, altrimenti si scoprirebbe
in lui un turpe desiderio di giovinezza. Al momento
infatti che il vero essere di Dèlago viene scoperto,
un'ondata di accuse lo assale, lo si taccia di immoralità
e di bassezza. Egli non può essere diverso da ciò che è
diventato per la folla: impossibile sfuggire ai legami
della società; e "Qualcuno" vi rientra rassegnato. Nel
cinquantenario della nascita tutta la nazione lo
festeggia, ed egli sopporta tristemente questa sua vivente
tumulazione. Simbolicamente, la sua poltrona si innalza,
ed egli si irrigidisce in una fissità di monumento. Questa
del poeta che si fa monumento è, tra le favole di
Pirandello, la più strettamente personale, nascondendo,
sotto le lamentele sui guai della celebrità, la nostalgia
della giovinezza. È un vero addio alla giovinezza
dell'autore che ritrova accenti sconsolati sulla
solitudine della vecchiaia. Sfuggita anche questa
confessione, il resto è una storia patetica di inibizioni
e di rinunce. La celebrità (la vecchiaia) non è che una
riduzione della vita ai minimi termini, a un modulo ultimo
e fisso. A questo punto si attende la morte, rigida
immobilità, tragica vendetta sulla vita e sul tempo. Ma
nello scrittore sopraggiunge la noia di ripetere per sé
l'ennesima favola e di ridursi a rappresentare, di se
stesso, le fatue sembianze, le fortuite occasioni del
poeta laureato, di farsi, da vivo, il proprio necrologio.
Anche questa pretesa tragedia è nient'altro che un
incompreso processo della mente umana... falso dramma
d'idee che predomina e si configura astrattamente,
ricorrendo persino a gesti e atteggiamenti simbolici. (B.
Croce)
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