Parliamo di |
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Autori
del Novecento italiano:
PIRANDELLO |
Critica
all'opera |
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Gerardo
Guerrieri |
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All'uscita |
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Un atto rappresentato
nel 1916. È un "dialogo di morti" insolito e assoluto.
Sulla porta di un cimitero si incontrano due ombre, il
Filosofo e l'Uomo Grasso. Essi si meravigliano di serbare
le stesse apparenze che in vita, e il Filosofo spiega che
tutto, come in vita, è ancora illusione, e le apparenze
dei corpi resisteranno ancora per poco, finché non sarà
scomparso in loro l'ultimo desiderio che li lega alla
vita. L'Uomo Grasso ricorda le sue abitudini terrene: il
giardinetto della casa, i pesci, la vasca, il tappeto
verde; annega ormai nel suo istinto il rammarico di non
aver vissuto abbastanza, di non aver gustato tutto il
bene. Ma il placido desiderio dell'Uomo Grasso è che,
uccisa dall'amante, lo raggiunga qui la moglie che lo
tradiva. Ma ecco la Donna chiusa nella sua veste rossa,
con la risata che non la lascia mai. Un bimbo con una
melagrana interrompe il suo convulso racconto e la Donna
lo accarezza ansiosa, lo aiuta a mangiare i chicchi. A un
tratto il bimbo scompare: era questo il suo ultimo
desiderio, mangiare la melagrana. Di questi desideri si
vive; e anche l'Uomo Grasso dilegua, appagato. Sola col
suo tormentoso desiderio di maternità, la Donna fugge
dietro il suo irreparabile inferno. A esso non può
sfuggire il Filosofo, che resta a ragionare, ombra della
meditazione. Il dialogo semplice e intensissimo si motiva
a una totale umiltà. I simboli si succedono con minor
prepotenza di fronte a parole che sono dure confessioni,
alla disperazione di non poter sfuggire al nulla. Perciò
queste apparenze possiedono un calore che le segue, carni
nascoste e memori. Sempre più si rileva, in tali apparenze
- non anime -, la fisica forza delle spiegazioni
pirandelliane: esse si infilano per la via dei sensi con
caparbia speranza, reclamano per questi ultimi una
impossibile immortalità. Da questo deriverà poi l'inutile
accadimento di mille prove, recriminazioni fallaci, tutto
un pessimismo e una facile "negazione". Ma non ancora qui,
in questo regno addolorato e ancora eroico..
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