Letteratura italiana: Luigi Pirandello

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Parliamo di

  Autori del Novecento italiano: PIRANDELLO
Critica all'opera
  Gerardo Guerrieri

 


All'uscita
 

Un atto rappresentato nel 1916. È un "dialogo di morti" insolito e assoluto. Sulla porta di un cimitero si incontrano due ombre, il Filosofo e l'Uomo Grasso. Essi si meravigliano di serbare le stesse apparenze che in vita, e il Filosofo spiega che tutto, come in vita, è ancora illusione, e le apparenze dei corpi resisteranno ancora per poco, finché non sarà scomparso in loro l'ultimo desiderio che li lega alla vita. L'Uomo Grasso ricorda le sue abitudini terrene: il giardinetto della casa, i pesci, la vasca, il tappeto verde; annega ormai nel suo istinto il rammarico di non aver vissuto abbastanza, di non aver gustato tutto il bene. Ma il placido desiderio dell'Uomo Grasso è che, uccisa dall'amante, lo raggiunga qui la moglie che lo tradiva. Ma ecco la Donna chiusa nella sua veste rossa, con la risata che non la lascia mai. Un bimbo con una melagrana interrompe il suo convulso racconto e la Donna lo accarezza ansiosa, lo aiuta a mangiare i chicchi. A un tratto il bimbo scompare: era questo il suo ultimo desiderio, mangiare la melagrana. Di questi desideri si vive; e anche l'Uomo Grasso dilegua, appagato. Sola col suo tormentoso desiderio di maternità, la Donna fugge dietro il suo irreparabile inferno. A esso non può sfuggire il Filosofo, che resta a ragionare, ombra della meditazione. Il dialogo semplice e intensissimo si motiva a una totale umiltà. I simboli si succedono con minor prepotenza di fronte a parole che sono dure confessioni, alla disperazione di non poter sfuggire al nulla. Perciò queste apparenze possiedono un calore che le segue, carni nascoste e memori. Sempre più si rileva, in tali apparenze - non anime -, la fisica forza delle spiegazioni pirandelliane: esse si infilano per la via dei sensi con caparbia speranza, reclamano per questi ultimi una impossibile immortalità. Da questo deriverà poi l'inutile accadimento di mille prove, recriminazioni fallaci, tutto un pessimismo e una facile "negazione". Ma non ancora qui, in questo regno addolorato e ancora eroico..

 

Luigi De Bellis