Letteratura italiana: Luigi Pirandello

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Parliamo di

  Autori del Novecento italiano: PIRANDELLO
Critica all'opera
  Mario Alicata

 


I vecchi e i giovani
 

È un romanzo sociale d'ambiente siciliano, sulla linea d'una tradizione che approssimativamente può essere segnata dal Verga al De Roberto; fu pubblicato nel 1913. Piuttosto che i casi individuali narrati nel romanzo, interessano allo scrittore - ed è un interesse nuovo e insolito nel Pirandello - certi aspetti e motivi d'una particolare situazione storica: qui la Sicilia all'epoca dei "Fasci" del '93, tormentata e sconvolta dalle lotte di classe, che si risolvono spiritualmente anche nel contrasto fra la generazione che ha fatto l'unità, simboleggiata in un certo senso dal Crispi, e che vede smarrita l'eredità del Risorgimento, e la generazione più giovane che nel conservatorismo gretto e oramai corrotto dei padri scorge solamente la difesa di interessi reazionari. È davvero uno dei momenti più tormentati nella storia del nuovo Regno, con i clericali che intrigano in tutti i modi per impedire il consolidamento del regime liberale e la classe dirigente che sembra sciupare le antiche benemerenze e gli antichi sacrifizi in un disordine morale che culmina nello scandalo della "Banca Romana". Nel romanzo, meglio che sviluppare un vero e proprio racconto, i personaggi rappresentano come i diversi aspetti e i diversi motivi di questa complessa situazione: dal vecchio principe Ippolito di Colimbetra, ligio ai Borboni, con la sua guardia del corpo vestita con l'uniforme del Regno delle Due Sicilie, a don Flaminio Salvo, il tipo del nuovo borghese capitalista, al quale le grandi ricchezze e la grande potenza sono magro compenso delle disgrazie familiari; da Roberto Auriti, che sciupa in una vita grigia e amorfa l'antica sua gloria garibaldina, e alla fine non scampa all'immeritata vergogna del carcere, al giovane principe di Colimbetra, Gerlando, aperto alle idee nuove e costretto a scappare in esilio con sul capo una condanna dell'autorità militare, dopo i sanguinosi disordini dei "Fasci". Tra le figure minori, addirittura simbolica è poi quella del vecchio Mauro Mortara, un veterano del Risorgimento, che vede crollare a una a una tutte le sue illusioni e, per un tragico errore, muore sotto il piombo dei soldati, durante una dimostrazione socialista che egli stesso tentava di disperdere. Al romanzo non mancano momenti felici, come non difetta al Pirandello certa intelligente capacità di ricostruire, a scorci e a brani, tutto il quadro di quella complessa situazione politica, sociale e psicologica. Nobile opera nella quale è racchiusa tutta l'esperienza civile del Pirandello, il romanzo tuttavia scade spesso a una rappresentazione quasi bozzettistica dei tipi e degli ambienti, come fosse una cronaca dispersa e frammentaria.


...dal libro esce un senso di cose già molte volte viste e udite, e come logore e stanche: logore e stanche in tutto, persino nel personaggio che dovrebbe essere il più poetico ed è convenzionale, il vecchio Garibaldino Mauro Mortara. (B. Croce)

 

Luigi De Bellis