Letteratura italiana: Opere di Pasolini

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Parliamo di

  Autori del Novecento italiano: PASOLINI
Analisi opere
 1 Passione e ideologia
2 Poesie
3 Ragazzi di vita
4 Scritti corsari
5 Una vita violenta
6 La meglio gioventù

 


Ragazzi di vita
 

Romanzo pubblicato nel 1955. Questa prima opera narrativa dell'autore è costituita da una serie di episodi collocabili in un periodo compreso fra l'ingresso degli alleati a Roma e l'inizio della guerra di Corea (ma le vicende storiche rimangono estranee agli interessi dello scrittore). La coesione del romanzo è dovuta da un punto di vista estrinseco alla presenza ricorrente di alcuni personaggi, primo fra tutti il Riccetto (di cui si assiste al passaggio dalla adolescenza alla giovinezza) e da un punto di vista intrinseco alla persistenza di una lingua fortemente connotata in senso espressionistico in cui il ricorso al romanesco (e ad altri dialetti) e al gergo del sottoproletariato urbano risponde all'esigenza di un'adesione senza diaframmi al mondo delle borgate romane. Personaggi principali potrebbero essere, oltre al Riccetto, il Caciotta, il Lenzetta, il Begalone, Alduccio o chiunque altro del "giro": li accomuna l'appartenenza a un medesimo ambiente, alla razza arcaica, precristiana e preindustriale del sottoproletariato che vive nelle misere periferie della città eterna. La loro psicologia segue meccanismi comuni e affonda le sue radici in un'infanzia d'abbandono e di povertà; continua è, in questi ragazzi, l'oscillazione fra violenza e bontà, fra brutalità e dolcezza, fra ingenuità e scaltrezza, fra spregiudicatezza e pudore. A zonzo per le vie di Roma in cerca di cibo e di avventura, sulle "rive piene di canne e di fratte" dell'Aniene, al lido di Ostia, essi vivono alla giornata, tra qualche furtarello e qualche espediente: per loro che soffrono la fame il bene e il male sono valori relativi. Regola fondamentale cui uniformarsi sembra essere quella di mostrarsi quanto più possibile insensibili e indifferenti a tutto; ma, a intermittenze, emerge una loro scontrosa generosità. Così il Riccetto salva una rondine che stava per annegare (mentre nell'episodio finale non potrà fare nulla per salvare il piccolo Genesio, travolto dalla corrente del fiume); Agnolo e Oberdan sono come impietriti di fronte a Marcello che agonizza in ospedale in seguito al crollo delle scuole dove era alloggiato; tra i loro sogni c'è quello di possedere un cane. È in questi momenti in cui il racconto sfiora il patetico, che più esplicita è la tenerezza dell'autore. verso i suoi personaggi, più marcata è la sua partecipazione al loro destino di emarginati. Manca una sia pure embrionale coscienza politica, la loro ribellione rimane a livello irriflesso. Aggrappati al predellino del tram o addormentati su una panchina di Villa Borghese (per constatare al risveglio la sparizione delle scarpe), alle prese con madri disfatte e urlanti, ciniche e disperate, i "ragazzi di vita" di Pasolini si sparpagliano dentro e fuori l'Urbe, non senza una loro scanzonata allegria, esibizionisti e rumorosi, strafottenti e attaccabrighe. La scrittura raggiunge momenti di grande forza rappresentativa, la componente neorealistica si integra con l'indole lirica dell'autore, la pagina diventa evocativa di nitide immagini: la scena sembra allora più "girata" che descritta, con precisi effetti cromatici e sonori. Ecco le urla dei ragazzi trasteverini che giocano a pallone, la "lagna" dei "pischelli che litigano correndo sui selciati" e persino "il brusio delle mascelle maschili e femminili che masticano la pizza o il crostino, all'aperto, in Piazza Sant'Egidio o al Mattonato". Al di là del realismo brutale che impronta il gergo di questi giovani, gergo che coincide nel libro con una precisa scelta stilistica da parte dell'autore, ritroviamo in quest'opera il mito, caro a Pasolini, di una condizione preadolescenziale, di uno stato di infantile purezza di chi, pur nella degradazione e nell'abbrutimento del mondo, mantiene una sua inconsapevole innocenza.
Giorgio Bertone

 

Luigi De Bellis