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Selva
d'amore |
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Raccolta di poesie di
Sibilla Aleramo pubblicata a Milano nel 1947. Comprende
composizioni di Momenti (Firenze, 1921), Poesie (Milano,
1929) e Sì alla terra (ivi, 1934), oltre a frammenti
inediti e al gruppo, pure esso inedito, Imminente sera
(1936-1942). L'A. che nel suo primo romanzo Una donna
(Torino, 1907) era stata una seguace di Ibsen, non senza
ricordi del socialismo di Gor'kij e atteggiamenti
nietzschiani, aveva esordito come dannunziana, in poesia.
Ma ben presto volle liberarsi da quella che le parve una
schiavitù e rese sempre più sobrio il suo lirismo,
limitandosi a cantare in vario modo l'amore erotico e
sentimentale, le cose e i simboli del mondo, il
vagheggiamento del proprio io. Nonostante un notevole
perfezionamento formale, vi è sempre in queste liriche un
che di gratuito e di facile, di troppo abbandonato, di
immediatamente espansivo. Tutto era troppo sincero in lei:
tuttavia non si dimentica la freschezza genuina di certi
suoi scoppi di felicità. Dopo l'influsso di Dino Campana,
col quale ebbe stretti se pur brevi rapporti (le loro
Lettere sono state edite a Firenze nel 1958), taluno ebbe
a riconoscere nelle poesie più recenti di Selva d'amore la
suggestione di Ungaretti, nel giuoco dei ritmi e nella
accresciuta libertà espressiva dell'A. La quale aveva pur
affermato che "per una donna la vita sta sempre sopra
all'arte": e questo non giovò al risultato di tanti anni
di devozione alla Musa. La letteratura rimase sempre per
lei una forma di vita, un modo nuovo e forse non diverso
di godere le cose. Nelle successive poesie Aiutatemi a
dire. Nuove poesie 1948-1951 (Roma, 1951) e Luci della mia
sera (ivi, 1956) ritorna a tratti l'amore dell'umanità, la
ribellione, il desiderio di giustizia sociale: ma i due
volumi non costituiscono una modificazione
dell'atteggiamento lirico che era in Selva d'amore.
Aldo
Camerino
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