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LE ORIGINI DELLA
LETTERATURA
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FOLGORE DA SAN GIMIGNANO:
SONETTI DEI MESI
Folgóre usa la tecnica del
plazer: elenca cioè in questa
collana di sonetti le cose
piacevoli adatte a ciascun mese.
Il suo stile ha caratteristiche
facilmente riconoscibili, che
possiamo ricavare dalla lettura
di questo primo sonetto.
- Sintassi. È quasi elementare:
da un verbo reggente posto
all'inizio del testo («doto», v.
1), poco significativo tanto che
in altri componimenti esso è
sottinteso, dipendono
proposizioni con verbi
all'infinito («stare alle
difese», v. 7, « uscir fuori »,
v. 9 ); l'ultíma terzina rompe
la monotonia di questo schema
sintattico introducendo
congiuntivi che sono esortativi
e desiderativi insieme.
- Lessico. C'è una prevalenza
evidente dei sostantivi,
preferibilmente concreti e molto
determinati (lenzuola di «seta»,
v. 4, vestiti non di un
qualsiasi tessuto pregiato ma di
«doagio» e di «racese», v. 6),
ricavati dal linguaggio
quotidiano del tempo; pochi
invece gli aggettivi, o
funzionali al motivo del
«confortevole» («salette
accese», v. 2) o del tutto
generici («bello arnese» v. 3,
«neve bella e bianca» v. 10).
Conclusione: il componimento
presenta una situazione statica
(pochi verbi = poche azioni)
soprattutto nella prima parte
(le quartine); l'attenzione è
tutta portata sulle cose e sui
termini con cui esse sono
nominate.
Vediamo ora in che modo questa
maniera stilistica, che troviamo
in tutti i testi di Folgóre,
costituisca una «forma» che
corrisponde pienamente alla sua
concezione ideologica.
L'accumulazione dei sostantivi
produce un effetto di mondo
«pieno» di oggetti (cibi buoni,
manufatti ricchi, ornamenti) ed
esprime una specie di avidità di
possesso del reale (e della
lingua stessa: una lingua nuova,
non dimentichiamolo, della cui
ricchezza si fa sfoggio); i modi
verbali, e anche gli aggettivi
così vaghi, danno invece la
dimensione della irrealtà e del
sogno poiché sottraggono le
scene descritte alla possibilità
di essere situate in un luogo e
in un momento specifici
(l'infinito indica a-temporalità
e assenza di soggetti definiti)
e ribadiscono invece attraverso
i congiuntivi il tono
dell'augurio. La società cortese
che il poeta vagheggia potrebbe
sembrarci monotona, ridotta
com'è al godimento del cibo, del
caldo, della buona stagione, del
piacere d'amore, se non ci
venisse ricordato che essa
esiste soltanto come utopia.
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Daniele Mattalia |
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