NOTE SUL CANZONIERE
Lo stesso Petrarca raccolse in
un "Canzoniere" tutte le liriche
da lui scritte in volgare,
complessivamente 366 (317
sonetti, 4 madrigali, 7 ballate,
9 sestine, 29 canzoni), di cui
solo una trentina non riguardano
il suo amore per Laura e sono
ispirate a motivi religiosi
("Vergine bella"), politici
("Italia mia" e "Spirto
gentil"), polemici (contro la
curia avignonese), per cui i
titoli delle due parti in cui è
divisa l'opera sono:"Rime in
vita di Madonna Laura" e "Rime
in morte di Madonna Laura".
Laura però non rappresenta solo
la donna amata dal Poeta, ma
l'insieme degli interessi
terreni che attrassero il
Petrarca assai spesso
allontanandolo dal pensiero
della vita eterna e dall'amore
dovuto a Dio. I quali tornano
ripetutamente alla coscienza del
Poeta e lo inducono a pentirsi
amaramente delle sue deviazioni
mondane. Ma non per questo
l'attrazione dei piaceri terreni
cessa dall'esercitare la propria
influenza sulla debole coscienza
dell'uomo. Tutte le liriche
registrano, quindi, l'incessante
e conflittuale alternarsi
nell'animo del Poeta di
atteggiamenti lascivi e di
sinceri pentimenti. Esse
rappresentano dunque una sorta
di "diario" dell'intera vicenda
esistenziale del Petrarca, la
cui anima appare sospesa tra
"cielo" e "terra". Di questa
posizione lo stesso Poeta
avvertì il disagio psicologico e
si vergognò di averla
minutamente ed insistentemente
rappresentata nelle sue poesie,
tanto da scrivere un sonetto di
introduzione nel quale chiede
perdono ai lettori e assicura di
essere ormai altro uomo da
quello che era e di aver
finalmente capito che tutto ciò
che piace al mondo è breve
sogno.
Protagonista del "Canzoniere" è
quindi il Petrarca stesso (e non
Laura) con il suo dissidio
interiore. E per questo motivo,
pur considerando egli -
intellettualisticamente - queste
poesie non più che delle "nugae"
(cioè "cosucce da poco"), in
effetti le amò tanto da dedicare
loro il meglio della sua perizia
stilistica.
Il "Canzoniere" è forse l'opera
lirica più ragguardevole della
letteratura italiana e per
secoli svolse il ruolo di
modello esemplare per tanti
poeti, fino ad essere assunto
ufficialmente dai retori del
Cinquecento come punto di
riferimento per il genere lirico
(ebbe inizio il cosiddetto
"petrarchismo".