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 Autore Luigi De Bellis   
     

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IL QUATTROCENTO
Luigi Pulci: Morgante (personaggio)

Eroe dell'omonimo poema cavalleresco, incontrato da Orlando mentre con altri due giganti sta assediando una badia. Convertito alla fede cristiana da Orlando, diventa il suo scudiero; e con un cavallo una vecchia armatura e un battaglio di campana, parte con lui in cerca d'avventure in Pagania. Dopo aver compiuto le prime imprese lottando col Diavolo, e contro guerrieri e saracini, accorre a Parigi guidando con la bella Meridiana, figlia di Caradoro, un esercito in soccorso di re Carlo; quivi fa strage di nemici, s'azzuffa col gigante Vegurto e l'uccide, e poco dopo s'imbatte in Margutte e se lo prende a compagno e scudiero. La sua forza non conosce ostacoli; uccide leoni, elefanti, coccodrilli; ma, bonaccione coi deboli, libera Florinetta dalle catene e la riconsegna al padre, poi va in cerca d'Orlando, che ritrova a Bambillona, e, presa la città, s'imbarca con lui. Ha appena ucciso una balena, allorché, messi i piedi in acqua, un granchiolino lo morde e il gigante muore, compianto da Orlando e da Rinaldo. "Ghiotto, millantatore, ignorante, di poca malizia, ma buono, fedele e coraggioso", come lo definisce il De Sanctis, Morgante è il tipo dell'eroe forzuto e generoso quale lo può concepire la plebe. E come la sua fedeltà è cieca e ottusa, così la sua violenza, priva di ragione e di freno, è piuttosto una forza di natura, posta a servizio d'uno scopo che la trascende, e che in certo modo la riscatta dalla sua stessa brutalità. Il Pulci ne ha fatto un personaggio vivo, coloritissimo, anche se totalmente esterno; e dando alla sua strepitosa vicenda una conclusione arguta e beffarda facendolo morire, lui l'invincibile, per il morso d'un granchiolino, lo ha come avvolto in un alone di ghignante malizia. È certamente, dopo Margutte, il più vivo personaggio del poema, e quello che meglio dà la misura dell'estro vivace, ridanciano, e a tratti amaramente bizzarro del poeta mediceo.

Giovanni Titta Rosa

© 2009 - Luigi De Bellis