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IL SETTECENTO
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Goldoni: Il servitore di due
padroni
Commedia rappresentata a
soggetto nel 1745 e più tardi
scritta per intero. Ispirata
dall'Arlequin, valet de deux
maîtres, di Jean-Pierre des Ours
de Mandajors, nata come scenario
e affidata all'improvvisazione
dei comici, questa commedia
mantiene nell'intreccio
disordinato e farsesco tutte le
caratteristiche della commedia
dell'arte. Clarice, dopo
l'annunzio che il suo
pretendente Federigo è stato
ucciso in duello da Florindo è
promessa dal padre Pantalone a
Silvio. Giunge frattanto la
sorella di Federigo, Beatrice,
in abito maschile e sotto il
nome del fratello, in cerca
dell'amato Florindo che, dopo il
duello, è fuggito. Truffaldino,
servo di Beatrice, a insaputa di
questa diventa servo anche di
Florindo, e la commedia si
svolge tutta su le confusioni e
gli equivoci provocati da
Truffaldino. Finalmente tutto si
chiarisce: Florindo sposa
Beatrice, Silvio sposa Clarice,
e Truffaldino sposa Smeraldina,
cameriera di Clarice. La
commedia è ricca di effetti
comici, come quando Truffaldino,
per spiegare un suo imbroglio,
fa credere a Beatrice che
Florindo è morto e a Florindo
che è morta Beatrice; ma è una
semplice premessa del teatro
goldoniano.
Nel suo studio del naturale e
del vero, trascura troppo il
rilievo, e se ha il brio del
linguaggio parlato, ne ha pure
la negligenza; per fuggire la
rettorica, casca nel volgare.
Gli manca quella divina
malinconia, che è l'idealità del
poeta comico e lo tiene al di
sopra del suo mondo, come fosse
la sua creatura, che accarezza
con lo sguardo e non la lascia
che non le abbia data l'ultima
finitezza. (De Sanctis) .
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Ugo Dettori | |
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