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IL SETTECENTO
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Parini: Pomeriggio
La
causa della disuguaglianza fra
gli uomini è posta dunque dal
precettore, che ironicamente
adotta il punto di vista del suo
interlocutore, in una differenza
non di ordine storico, ma di
ordine biologico. È la miglior
testura degli organi di una
parte dell'umanità antica,
trasmessa tramite il sangue
«feltrato per mille invitte
reni» ai più recenti
discendenti, la giustificazione
della divisione sociale di cui
il giovin signore e i suoi pari
beneficiano. Uno degli argomenti
che il poeta del Dialogo sopra
la nobiltà aveva rapidamente
confutato ritorna in forma
ironica in questo passo chiave
del Giorno. Capovolgendo il
discorso antifrastico ci
troviamo di fronte ad alcuni
caposaldi dell'ideologia
pariniana: il principio di
uguale dignità e di sostanziale
uguaglianza di tutti gli uomini
sul piano biologico (o quanto
meno il fatto che le differenze
biologiche fra gli uomini non
coincidano con le differenze
sociali), l'origine storica
della disuguaglianza che risiede
nell'«arte», nella «forza» o
nella «fortuna» che «grandi
rendette» gli antenati del
giovin signore. Ciò non
significa comunque che il Parini
prospetti qui una soluzione di
radicale egualitarismo sociale e
politico: la nobiltà che egli
vuol colpire è quella degenere
che non sa meritarsi con dei
fattivi comportamenti il
privilegio di cui gode. Il
consentimento del Parini, però,
sul piano emotivo, cade ancora
una volta - ci pare - su quanti
«quasi bovi, al suol curvati
ancora / dinanzi al pungol del
bisogno andàro», su quanti sono
«tra la servitude, e la viltade,
/ e 'l travaglio, e l'inopia a
viver nati».
Sarà poi da notare come la
scelta del Piacere quale mitico
personaggio capace di
evidenziare le differenze
biologiche fra gli uomini
risulti particolarmente
funzionale al discorso ironico
del Parini: per una classe
sociale parassitaria,
improduttiva, capace solo - nei
suoi esponenti degenerati qui
colpiti - di gustare delle
raffinatezze che il privilegio
sociale le riserva, solo la
capacità di reagire agli stimoli
di un principio quale il piacere
può essere proposta come origine
di quella medesima condizione di
privilegio. In altri termini
proprio affermando ironicamente
che fu il Piacere a rendere
dissimili gli uomini, il Parini
da un lato determina in ragioni
storiche (abilità, fortuna o
sopraffazione) e non biologiche
(la sensibilità, la purezza del
sangue o simili) l'origine della
diseguaglianza, ribadendo
l'eguale dignità di tutti gli
uomini, e dall'altro sottolinea
come al presente solo un
immeritato costume raffinato di
vita distingua l'aristocrazia
dagli altri ceti sociali .
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