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 Autore Luigi De Bellis   
     

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IL SETTECENTO

Parini: La caduta


 

Una contrapposizione percorre tutta la poesia del Parini, come ha fatto notare l'Antonielli: quella tra le figure dell'io e le figure del non-io e cioè tra le figure, i personaggi che incarnano i valori in cui il Parini stesso credeva e quelle o quelli che li negano. Tipica e significativa rassegna di figure del non-io è l'ode L'ímpostura, di cui abbiamo discorso nel Profilo (21.2); ma anche Il giorno, mettendo in scena un personaggio fortemente negativo, può rientrare in questo schema, e l'ironia stessa è nel Parini una forma particolare di contrapposizione di valori e non valori (apparente esaltazione dei non valori, essa in realtà afferma i valori).
Nella Caduta la contrapposizione è esplicita: al cittadino che soccorre il poeta è affidato il compito non di esaltare, ma di consigliare, in base ad un principio di adeguamento alla "realtà effettuale", dei comportamenti che costituiscono per il Parini dei non-valori. Balenano così nelle parole del soccorritore alcune tipiche figure del non-io pariniano: colui che va lamentando indecorosamente la propria povertà negli atri e nelle sale dei potenti (vv. 51-52); colui che altrettanto indecorosamente si insinua fra lo stuolo dei «clienti» che cercano l'appoggio di persone di bassa condizione e moralmente spregevoli ma influenti presso quanti potrebbero soccorrerlo e beneficarlo (vv. 53-60); colui che pesca nel torbido («pesca... nel turbato stagno»), procacciandosi pubbliche sovvenzioni o frodando lo stato (vv. 61-68); colui, infine, che non esita a compiacere le inclinazioni volgari esaltando magari con i propri versi persone indegne (vv. 73-76).
Al poeta, viceversa, è affidato il compito di affermare i valori. Quello che è in un certo senso eccezionale è che la figura dell'io pariniano in questo caso coincida esplicitamente con il Parini: egli stesso, insomma, si presenta come una figura in certa misura esemplare. Questo è il senso dell'indignazione con cui respinge i consigli del suo soccorritore, pur serbandogli gratitudine per il soccorso prestatogli. Più in generale, ai vv. 85-98, sono espressi alcuni dei valori e dei principi cui deve attenersi il buon cittadino; seguire le inclinazioni naturali e gli indirizzi dell'educazione al fine di meritarsi la pubblica stima, chiedere apertamente ma parcamente soccorso se la necessità lo richiede, soffrire dignitosamente se il soccorso gli viene negato, senza umiliarsi né esaltarsi fuori luogo. A ragione, ci pare, il Binni ha scritto che anche la più tarda poesia pariniana (di questa seconda stagione delle odi) «si incentra sempre in un vigoroso ideale morale-civile fortemente fondato sui doveri e le qualità dell'individuo, membro di una civitas che ben si considera tale, ma che insieme sempre più sente come la sua collaborazione e partecipazione civile presupponga forti e maturate qualità personali sino all'esercizio della dignità e della costanza contro i casi avversi e l'eventuale spietatezza dei 'duri mortali'. Non perciò amaro e ritroso gusto di solitudine, ma senso virile di una società in cui il singolo deve anzitutto contare su se stesso e sulla sua coscienza, sulla sua dignità: senza le quali, d'altra parte, ogni società avrebbe fondamenti fragili...». La caduta è un componimento esemplare in questo senso
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© 2009 - Luigi De Bellis