IL SITO DELLA LETTERATURA

 Autore Luigi De Bellis   
     

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Caratteri generali
Il Barocco e G.B. Marino
La commedia dell'arte
Il melodramma
Galileo Galilei
Introduzione all'Arcadia
 
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IL SETTECENTO

Arcadia: quadro storico


L'Arcadia. L'Accademia d'Arcadia viene fondata nel 1690 a Roma, da parte di un gruppo di letterati (Gravina, Crescimbeni…) che erano soliti frequentare il circolo letterario istituito dall'ex regina Cristina di Svezia, stabilitasi a Roma (1655) dopo aver abdicato ed essersi convertita al cattolicesimo. Questi letterati, promuovono, con l'appoggio della Curia romana, l'antibarocchismo e la restaurazione classicistica (Arcadia è il nome di un'antica regione della Grecia, dove, secondo la tradizione letteraria, i pastori, vinta la durezza della vita primordiale, vivevano felici, in semplicità). I soci del circolo fondarono sezioni in tutta Italia. Il classicismo cui essi si rifanno è soprattutto quello di Petrarca, ma anche quello di Poliziano, Lorenzo il Magnifico...

Il nuovo mito è quello idillico-bucolico-pastorale, simile per astrattezza di contenuti alla poetica e alla letteratura del '600, ma diverso nelle forme dal barocco decadente di quel periodo. Il nuovo ideale è quello di una letteratura semplice, chiara, disciplinata (l'Arcadia non a caso accettò la filosofia razionalistica di Cartesio, ovviamente nei limiti dell'ortodossia cattolica e rifiutando l'identità di poesia e scienza). Il mondo immaginato resta fantastico, senza complicazioni sentimentali, sereno, lontano dalle stravaganze della letteratura barocca, che deformava gli aspetti del reale fino all'assurdo. L'Arcadia adottò tutta una simbologia pastorale (ad es. il suo protettore è Gesù Bambino, che si manifestò anzitutto ai pastori).

Guerra e imperialismi sono assenti dall'Arcadia: l'avidità dell'avere è un disvalore, così come la violenza d'ogni tipo, simboleggiata dalla figura del satiro libidinoso. Sono quindi assenti, nella costruzione della sua utopica società anarchica, il commercio e l'industria, ma anche l'agricoltura. L'Arcadia infatti, essendo un movimento di intellettuali aristocratici, affida alle astrazioni dell'amore platonico e dell'arte poetica e musicale il compito di riconciliare l'uomo con la natura. L'Arcadia si è sempre sentita come assediata da un mondo proteso verso il profitto e, dando per scontata la propria sconfitta, ha preferito rifugiarsi nel profondo delle foreste o fra montagne inaccessibili o in isolette solitarie. Rispetto alla Nuova Atlantide baconiana e alla Città del Sole di Campanella è meno filosofica e più "ambientalista" (le idee-guida sono poche ma precise: l'albero, l'animale, l'uomo, il corso d'acqua sono membri paritetici dello stesso ecosistema).

7L'Arcadia si sviluppò come un fenomeno culturale utopistico, restando sostanzialmente estranea a tutte le grandi vicende che scossero l'Italia e l'Europa nella prima metà del '700. Essa cercò di diffondere i valori e gli ideali dell'aristocrazia intellettuale attraverso gli strumenti artistici che allora diventavano sempre più popolari: teatro, melodramma, commedia ecc. In tal senso l'Arcadia ha allargato le prospettive dello sviluppo culturale italiano a livello nazionale, realizzando un intelligente anche se frivolo equilibrio rispetto alla cultura controriformistica e barocca: essa infatti seppe accostare tra loro le varie regioni italiane e contribuì a livellare le differenze di ceti e classi permettendo a chiunque di potersi iscrivere all'Accademia. Il successo dell'Accademia infatti sarà immediato, come sarà immediato il suo declino quando in tutta Europa si diffonderanno le idee degli illuministi. (Tuttavia il mito del buon selvaggio roussoviano risentirà dell'influenze arcadiche).

Il maggior rappresentante dell'Arcadia è Pietro Metastasio (al secolo Pietro Trapassi). Nasce a Roma nel 1698 da una famiglia povera. Viene adottato ancora ragazzo, per le sue qualità artistiche, da Gian Vincenzo Gravina (un letterato dell'Arcadia) che lo avvia agli studi dei classici greco-latini e degli autori del '500. La moglie (una celebre cantante) lo induce a scrivere melodrammi. La Didone abbandonata (1724), a carattere patetico-sentimentale, fu un grande successo. Dopo aver scritto altri melodrammi, la sua fama divenne così grande che la corte di Vienna gli offrì l'incarico di poeta cesareo . Il suo ambiente quindi fu quello dell'alta aristocrazia e il suo teatro quello imperiale. Il genere che si era scelto era quello dell'opera seria, cioè lo spettacolo nobile per eccellenza. Sarà appunto a Vienna che comporrà i suoi migliori melodrammi, ammirato da tutti. Porre in musica uno dei suoi drammi sotto la sua supervisione veniva considerato un onore per un compositore, un importante traguardo ai fini della carriera di operista. Rimase estraneo alle idee illuministiche della IIa metà del '700. Morì a Vienna nel 1782.

Metastasio si pose il problema di dare dignità artistica e severità morale ad un genere screditato presso gli intellettuali: il melodramma, essendo esso caratterizzato da atteggiamenti ridicoli e farseschi (mescolanza di tragico e comico, di eroismo ed erotismo, eccessiva scenografia). La sua riforma del melodramma consiste:

a) distingue nettamente poesia e musica, privilegiando la prima (la musica come commento della poesia);
b) non segue alla lettera le tre regole aristoteliche di unità di tempo-luogo-azione;
c) al centro delle sue opere vi è sempre un eroe (Enea, Tito, Attilio Regolo...) che vince se stesso, sacrificando al dovere gli affetti e le passioni, ma il protagonista è un personaggio più vicino ai cortigiani e aristocratici del '700 che non agli eroi tradizionali della cultura greco-latina, che è sicuramente più tragica;
d) il gusto melodrammatico respinge sia gli estremi della tragedia che lo scontro drammatico di passioni violente e la rappresentazione realistica di vicende quotidiane. I contrasti fra passione e dovere, sentimento e ragione non diventano mai grandi scontri ideali e morali. Il mondo del Metastasio è quello della commedia dolce-amara dell'amore, con apparenze serie e decorose. Con i suoi melodrammi sentimentali egli anticipa il Goldoni, con quelli eroici anticipa l'Alfieri
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© 2009 - Luigi De Bellis