IL SITO DELLA LETTERATURA

 Autore Luigi De Bellis   
     

ARGOMENTI

La letteratura trecentesca
La letteratura religiosa del 300
La novellistica
La storiografia
 
 
AGGIORNAMENTI
 

HOME PAGE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


IL TRECENTO

AL COR GENTIL REMPAIRA SEMPRE AMORE


Viene formulata una teoria della nobiltà in connessione con il principio cortese dell'amore, fonte di perfezionamento. Guínizzelli pone in gioco tre concetti: il cuore gentile, l'amore (che proviene dalla donna), la natura.
Il nesso tra cuore gentile e amore è dichiarato già nel primo verso: l'amore penetra nei cuori gentili per una adesione spontanea e quasi necessaria (a illustrarla sono introdotte le comparazioni con elementi e situazioni del mondo fisico). In che cosa consiste però la gentilezza del cuore, e come la si acquisisce? Su questo punto - che è il nodo teorico del testo - la seconda strofa e la quarta propongono esplicitamente una tesi.
La gentilezza consiste non nella nobiltà ereditaria, ma nelle qualità morali: si noti che Guinizzelli non nega, in assoluto, che la nobiltà di famiglia sia un valore, ma ne limita il primato, asserendo che essa non è di per sé sufficiente a nobilitare l'individuo.
Siamo dunque di fronte a una concezione «democratica» secondo la quale chiunque potrebbe aspirare a nobílítarsi attraverso l'amore? Non precisamente, poiché il cuore gentile non è dato a tutti. La natura, che interviene nel testo come concetto astratto a significare una entità che è esterna all'essere umano e che lo trascende, rende gentili i cuori destinati a innamorarsi.

Rileggiamo la seconda strofa. Vi si sviluppa una analogia tra due serie di elementi:

a. il sole, la pietra preziosa, la stella;
b. la natura, il cuore gentile, la donna.

Tra questi elementi sono stabiliti i seguenti rapporti:

a. il sole rende pura la pietra preziosa, e solo allora la stella può infonderle la «virtù»;

b. la natura rende puro e gentile il cuore, e solo allora la donna può farlo innamorare.

Conclusione: attraverso il concetto di natura Guinizzelli abbozza una concezione meritocratica dell'uomo; i meriti personali diventano il segno di una predisposizione naturale grazie alla quale alcuni sono migliori: ancora una volta i fedeli d'amore (i cuori gentili) si rappresentano come un gruppo selezionato e esclusivo.

 

© 2009 - Luigi De Bellis