|
GIOVANNI BOCCACCIO
|
|
|
|
CHICHIBIO
Personaggio
del Decamerone che il Boccaccio
descrive nella quarta novella
della sesta giornata. È un servo
veneziano, fra sciocco e astuto,
che riesce a cavarsi da un
noioso impaccio con
un'invenzione assai spiritosa:
avendo sottratto una coscia di
gru arrostita, ed essendone
ripreso dal suo padrone,
sostiene che le gru sono tutte
così, con una sola zampa. Il
padrone, allora, lo porta in un
luogo dove si trovano molti di
quegli animali: taluni,
effettivamente, nascondono una
zampa nelle piume del ventre,
sostenendosi sull'altra. Il che
parrebbe dare ragione a
Chichibio. Ma il padrone, con un
grido, spaventa gli uccelli, i
quali prima di allontanarsi
impauriti abbassano anche la
zampa nascosta. Ed ecco la
trovata del servo: "ma voi non
gridaste hohò a quella
d'iersera: che se così gridato
aveste, ella avrebbe così
l'altra coscia e l'altro piè
fuor mandato come hanno fatto
queste". Una risposta nella
quale si condensa tutto il
personaggio: l'estrema prontezza
della trovata sembra celarne per
un istante l'assurdità, e rende
le caratteristiche del
personaggio assai più complesse
che non parrerebbero. Servo
sciocco, va bene, ma siamo ben
lontani dalla sciocchezza di
Calandrino, così lento e corto
di mente, eppure così convinto
di essere astuto. C'è, in più,
una sfrontatezza quasi
giullaresca, la simpatica
improntitudine di chi - in forza
della propria sfacciataggine -
finisce per essere decisamente
simpatico: più divertente,
certo, che colpevole. Ed è - in
definitiva - riprova dell'alta
virtù poetica del Boccaccio, non
semplice scrittore di aneddoti o
di facezie, ma evocatore di
caratteri che, lungi
dall'irrigidirsi in maschere
fisse, conservano tutta la loro
umanità anche quando sono
rappresentati nelle poche
battute di una breve novella
come questa.
|
Ferdinando Giannessi |
|
|
| |
|
|
|
| |