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IL LIBRO DEI MONTI, SELVE...
Compilazione geografica. La data
di composizione è incerta,
avendo il Boccaccio atteso
episodicamente, nei momenti di
maggior agio, a questa sua,
com'egli la chiama, "giocosa
fatica". In sostanza, l'opera è
un dizionario geografico per la
lettura delle opere classiche, e
in tal senso si può considerare
come un complemento delle
Genealogie, ma a queste molto
inferiore per serietà d'intenti
e per rigore di metodo. A parte
la spiegabile insufficienza
delle cognizioni geografiche, il
Boccaccio dichiara candidamente
di essersi non poche volte
affidato alla memoria: le
notizie troppo spesso sono
schematiche, salvo quelle
riguardanti luoghi che l'autore
conosce direttamente e che in un
modo o nell'altro gli sono cari:
la Campania, il Vesuvio, Baia,
il lago Averno, l'Arno, l'Elsa,
l'Incisa, Valchiusa, la
descrizione della quale ultima
il Boccaccio conclude con un
caldo e reverente elogio
dell'amicissimo e grandissimo
Petrarca.
L'originalità dell'opera è tutta
nella sua struttura esteriore:
nell'essere, cioè, il primo
tentativo di dizionario
geografico concepito come un
sussidio filologico, per la
lettura dei classici.
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Daniele Mattalia |
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