IL SITO DELLA LETTERATURA

 Autore Luigi De Bellis   
     

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IL CINQUECENTO

TASSO: LA GERUSALEMME CONQUISTATA

 

Poema epico in ventiquattro canti di Torquato Tasso composto dal 1587 al 1592 e pubblicato nel 1593. È un rifacimento della Gerusalemme liberata a cui il poeta si indusse quando, per le obiezioni dei revisori e più per i propri scrupoli religiosi e letterari, si persuase di non aver raggiunto l'intento di dare quel poema epico, che aveva delineato nei tre giovanili Discorsi dell'arte poetica (rifatti poi da lui, contemporaneamente al poema, nei sei Discorsi del poema eroico, e nel quale la severa epopea storico-religiosa si contemperasse con elementi della poesia romanzesca cari al gusto del tempo. La trama è sostanzialmente quella della Liberata, ma il Tasso si è preoccupato di dare maggior risalto all'azione principale, la conquista di Gerusalemme, che nella Liberata poteva sembrare sacrificata dallo sviluppo degli episodi e più ancora dallo spirito degli episodi stessi, contrastanti, per il loro soggetto, con l'intento dell'opera. Perciò Armida rimane nella Conquistata come seduttrice demoniaca, ma scompare dal poema la rappresentazione del suo dramma, la disperazione per la partenza di Rinaldo, il suo tentativo di vendicarsi dell'amato, la sua riconciliazione con lui: essa è dai cavalieri liberatori di Rinaldo incatenata sul monte dove sorgeva il suo palazzo e quivi abbandonata. Egualmente è soppresso l'episodio di Erminia fra i pastori, come poco conveniente alla dignità dell'epopea, e quello di Olindo e Sofronia, per l'acceso erotismo di qualche passo. Maggiore sviluppo ha invece la descrizione delle vicende della guerra e dei luoghi in cui si svolge, per il proposito del poeta di fornire gran copia di notizie sulla santa impresa attenendosi più strettamente alla storia che nella Liberata, e per quello di rivaleggiare coi modelli consacrati dell'epopea, Omero e Virgilio, contrapponendo personaggio a personaggio, episodio a episodio, rifacendo, per esempio, il personaggio di Argante sullo stampo dell'Ettore omerico, quello di Solimano sullo stampo del Mesenzio virgiliano, e introducendo una battaglia intorno alle navi cristiane, perché un simile episodio è nell'Iliade. (Anche col numero dei canti, 24, la Conquistata vuole presentarsi come una nuova Iliade). Soprattutto il poeta mira ad accentuare il carattere religioso dell'opera, rilevando nei suoi personaggi atti di esemplare pietà e devozione e introducendo (e qui sono forse gli accenti più originali) passi nei quali più apertamente si può effondere la sua nuova ispirazione religiosa, come per esempio nel canto dei Cristiani cacciati da Gerusalemme, che svolge motivi del Salmi. Un carattere particolare dànno alla Conquistata le frequenti digressioni genealogiche e storiche: mentre nella Liberata, dedicata ad Alfonso d'Este, soltanto la casa estense è celebrata dal poeta, nella Conquistata, dedicata al cardinale Cinzio Aldobrandini, nipote del Pontefice, tutte le famiglie regnanti e innumeri famiglie nobili d'Italia sono ricordate e glorificate. Nata dal proposito di riforma di un poema, da cui il Tasso, precocemente invecchiato dalla sventura, era ormai staccato, e non da un'attuale ispirazione poetica, la Gerusalemme conquistata non poteva essere opera vitale: ma non vi mancano accenti di poesia nuova e vera, che i lettori hanno trascurato per la fama che del poema si è tramandata nei secoli.

 

Mario Fubini

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