IL PARINI
POETA GALANTE
In questo
mondo del piacere è assente l'amore: un capriccio, un
complimento, un brindisi, una bocca fresca di donna, un
passaggio di cocchi, oro e luce, nelle tenebre, una corsa di
sale splendenti, ma mai un'anima che umanamente goda o
dolori.
Negli eroi di Metastasio, vestiti settecentescamente
all'antica, incontrate la dolcezza musicale dell'idillio,
che invano vuol salire ad eroico: ma il breve motivo sa
essere umano, se non profondo. In Parini, in questo minore
Parini, il motivo umano appena s'accenna che il colore lo
travolge: la scena sopraffà gli attori.
Eppure è questo Parini che potrà creare la sua maggiore
poesia: lasciate che su questo mondo di grazia femminile
passi l'eco di una passione e lo vedrete umanamente muoversi
e artisticamente svolgersi.
Il Parini maggiore è il Parini che in questo mondo di
eleganza cala la sua più vera passione umana, quella che in
lui artisticamente era più profonda della polemica
egualitaria e dell'entusiasmo rinnovatore; la passione
d'amore, d'un amore di donna che venisse incontro al suo
desiderio raccolto di affetti e di gioie, che si
purificassero e nobilitassero di una vita nuova, in cui la
voluttà fosse consacrata dall'amore...
Un poeta d'amore Giuseppe Parini, poeta di un amore che è
fatto di sogno, di voluttà, e di stanchezza di desiderio,
con sempre un sereno sentimento della vita che non permette
abbandoni, trattiene il movimento dell'anima in una fermezza
di visione che è il limite ma insieme la più intima vita di
questo mondo.
Un poeta d'amore del suo secolo, voluttuoso e ragionatore,
languido e piccante, ma insieme negatore di ogni
sentimentalità sotto l'ordine della ragione: sono lontane
ancora le accorate passioni romantiche. Ci rinascono dalla
poesia pariniana le soavi figure di donna, quelle più
veramente nate all'arte: un trepido desiderio di carne
femminile, ma insieme un senso di intima castità che lo
domina; una giovane maritata che si alza, un po' disfatta,
dal letto, una donna colta nel momento che col ginocchio
sale sul letto maritale, la contessa di Castelbarco, bella
le membra e lo spirito, dinanzi alla solitudine stanca del
poeta...
Momenti di poesia, in cui l'arte si libera dall'incombere
della polemica e del moralismo: sì, grandi, nella storia
civile e morale del secolo e le odi, col loro entusiasmo per
la virtù e per l'educazione, grande il Giorno con la sua
polemica attenta contro la nobiltà che si va disfacendo; ma
quel che fa poeta il letterato Parini, quello che gli dà un
posto nella storia della poesia italiana è questa sua poesia
minore di toni e di forme, in cui la sevérità del suo canto
si rasserena, si purifica, si fa musica.
Poesia minore, in cui si riconosce intera la personalità
pariniana: l'artista educato nelle prove di Ripano Eupilino
al vigile senso della tradizione che non è più imitazione,
ma tecnica viva; l'entusiasta della morale illuministica,
democratica ed egualitaria, non più con il suo fervore
etico, e con la sua oratoria satirica, ma con la sua serietà
interiore; il settecentista elegante e innamorato della
ornata linea del rococò, non più con la sua fine galanteria,
ma con una sua commossa passione umana. |