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Opera pubblicata nel 1963 (e ristampata nel 1972 col
titolo I racconti) comprende tutti i racconti (eccetto
uno: "L'armata se ne va") apparsi nel volume intitolato
Novelle del ducato in fiamme (1953). L'opera è arricchita
dai quattro racconti inediti "La sposa di campagna", "La
gazza ladra", "Il club delle ombre", "La cenere delle
battaglie", da un frammento del romanzo La meccanica,
"Cugino barbiere", e da un brano della Cognizione del
dolore (v.), "Una visita medica". Il lungo racconto "San
Giorgio in casa Brocchi" (1931-1952) presenta la figura di
Gigi, giovane rampollo di nobile famiglia che tra le
soffocanti attenzioni materne e le cure pedagogiche dello
zio trova la via della spontaneità e della "vita"
nell'amore della giovane e bellissima cameriera Jole.
Ricca di umori e di risentimenti è la gustosa satira del
rigido quanto sciocco clima moralistico di casa Brocchi,
specchio di quello dell'Italia fra le due guerre, così
come perfida è la caricatura della vuota latinità a cui si
ispira l'"Etica" che lo zio Agamennone scrive per
edificazione del nipote. Simile a Jole è Zoraide,
protagonista di "Cugino barbiere" (1929): prorompente di
vitalità e bellezza, ella fa parte (insieme alla nipote
del racconto "La sposa di campagna" e alla cameriera
Elettra di "Socer generque") di quella galleria di tipi
femminili che rappresentano spesso nell'opera di Gadda (si
vedano le serve di Quer pasticciaccio) quella capacità di
godere istintivamente la vita secondo natura, che è così
estranea al carattere dell'autore Compagno ideale di
Zoraide è Paolo, il diciottenne figlio dei coniugi
Velaschi del frammento "Papà e mamma" (1924). Studente,
biondo, alto, magro, bello, felice di vivere e di
occuparsi di motociclette e motori, Paolo viene "salvato"
dalla chiamata alle armi dalla sua provvidenziale passione
per "la meccanica", accortamente messa in luce dalla
madre, donna Teresa. Rocambolesco dal punto di vista
linguistico è il racconto "L'incendio di Via Keplero"
(1930-35), dove le qualità descrittive e la "verve" comica
di G. possono sbizzarrirsi nella rappresentazione della
varia umanità che si precipita dalle scale del palazzo in
fiamme nella strada: "neppur Sua Eccellenza, Filippo
Tommaso Marinetti avrebbe potuto simultanare quel che
accadde, in tre minuti, dentro la ululante topaia, come
subito invece gli riuscì fatto al fuoco". Nel racconto che
chiude e dà il titolo alla raccolta, "Accoppiamenti
giudiziosi", Gadda appunta il suo sarcasmo sulla mania di
possesso e sul culto maniacale della proprietà impersonati
dal vecchio e ricchissimo Beniamino Vernarvaghi.
Ossessionato dal timore che la sua "Sostanza Una" possa
sbriciolarsi alla sua morte, egli combina un
"accoppiamento giudizioso" tra lo scapestrato pronipote
Giuseppe e l'avveduta nipote della sua defunta moglie,
Adelaide. Il matrimonio viene siglato da un elaborato
testamento olografo. Nel racconto "La cenere delle
battaglie" (1951) Gadda si cala nei panni di Prosdocimo,
vecchio pazzo che conduce una vita solitaria e bizzarra
crudamente rimproveratagli dal saggio ex compagno di
scuola, Eucarpio. Prosdocimo-Gadda, definito dall'amico un
"anomalo psichico", è ammalato di stomaco, non ha voluto
prender moglie, ha rinunciato a un "impiego redditizio, e
molto serio" (quello di ingegnere) per occuparsi di
"quisquiglie" (la letteratura), gode della "disistima" dei
vicini di casa. Nel gustoso autoritratto non mancano
malinconici accenni alla guerra, né la caricatura delle
forme di superstizione dell'autore e del suo sacro terrore
del matrimonio. I due lunghi frammenti "La mamma" (1940) e
"Una visita medica" (1938-1939) presentano rispettivamente
la figura del figlio e della madre, protagonisti del
romanzo La cognizione del dolore. Nel primo brano
compaiono la potente descrizione del terribile sogno di
Gonzalo, la sua rivolta contro i pronomi di persona,
l'ossessione del muro di cinta, la disperata
affermazione-negazione del concetto di proprietà. Il
secondo è incentrato sulla figura della madre, sola nella
villa, mentre infuria la tempesta. I due brani, benché
confusi con gli altri racconti, immettono immediatamente
nel vivo del rapporto fatto di profondo amore e radicale
incomprensione tra il figlio e la madre che costituisce il
nodo, autobiografico, del romanzo. Un nodo che non si
scioglierà mai del tutto; il racconto "La domenica" (1945)
riprenderà il tema del figlio ingegnere che torna a vedere
la villa, ormai venduta, e il cimitero dove riposano i
familiari. Nella valigetta di cartone (la stessa di
Gonzalo, protagonista della Cognizione) egli porta il
disegno di un monumento per la tomba della madre. Tutto il
racconto è pervaso dal dolore e dal rimpianto per il
passato. I Racconti si presentano di lunghezza, argomento
ed efficacia diversi, ma gli spunti autobiografici e i
motivi caratteristici della narrativa gaddiana sono in
essi costantemente rinvenibili. |