Letteratura italiana: Luigi Pirandello

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Parliamo di

  Autori del Novecento italiano: PIRANDELLO
Critica all'opera
  Gerardo Guerrieri

 


Il piacere dell'onestà
 

Commedia in tre atti rappresentata nel 1917. Angelo Baldovino, fallito e senza ideali, per riparare a una vita di disordini e rientrare nella normalità, accetta di sposare Agata, una ragazza che il marchese Fabio Colli ha reso incinta e non può impalmare essendo già ammogliato. Tale situazione è accettata da Baldovino con tutta onestà e rigidezza; egli spadroneggia in casa come un vero marito, e pretende che venga osservata la più stretta moralità. Agata sta ai patti e si rifiuta di continuare i rapporti con l'amante finché Baldovino rimarrà in casa. Fabio allora tenta di indurre Baldovino a un facile furto per sbarazzarsi di lui, ma Baldovino sventa l'intrigo e pone Fabio davanti alle sue responsabilità; se la precedente vita di Baldovino non è tutta limpida, egli ha accettato ora di entrare nel mondo degli onesti per aiutarli a mantenere, almeno esteriormente, intatta la loro onestà; e si diverte a stare ai patti, a vedere gli onesti dibattersi nel loro stesso compromesso. Se non che, mentre sorge in lui, a poco a poco, un sincero amore per Agata, la meschina condotta degli altri finisce per disgustarlo; e accetta di passare per ladro e abbandonare la partita in cui minaccia di lasciare un lembo del suo cuore. Ma Agata ha compreso come egli sia, nel piccolo mondo che la circonda, l'unica vera figura umana, e dichiara che seguirà Baldovino anche nel disonore. E allora è Fabio che parte e Baldovino rimane. I drammi della rispettabilità covano in Pirandello con sensibile ostinazione. Qui il codice di Baldovino si rifà alle Menzogne convenzionali di Nordau: applicazione della maschera necessaria e sufficiente. E Baldovino indossa coscientemente questa maschera e se ne serve contro coloro stessi che gliel'hanno imposta: la sua figura è quella del perfetto pirandelliano, sprezzatore dell'umanità e pieno delle più ingenue passioni: la sua amarezza di ladro-gentiluomo e il suo educato pessimismo pervadono di una fioca eleganza le scene della vita di provincia.

 

Luigi De Bellis