Parliamo di |
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Autori
del Novecento italiano:
PIRANDELLO |
Critica
all'opera |
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Mario
Alicata |
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Quaderni di Serafino Gubbio operatore |
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È il titolo con il
quale ristampò nel 1925 questo suo romanzo già apparso nel
1916 sotto il titolo: Si gira!... Al Pirandello, così
tormentosamente impegnato nel problema della vita "che
scorre", "che cambia", mentre invece l'arte ferma, fissa
le situazioni e i personaggi in atteggiamenti definitivi
ed eterni, i primi contatti con il cinematografo, che
sempre tanto vivamente lo interessò, non potevano non
suscitare ricchi motivi di riflessioni e di indagini, vale
a dire, per lui, di ispirazione artistica. Nel romanzo è
appunto l'impassibilità della macchina da presa, davanti a
tutto ciò che le si svolge dinanzi, sulla quale insiste
l'autore; impassibilità che sempre meglio si rivela
nell'indifferenza al mondo esterno e alle passioni degli
uomini via via acquistata da Serafino, operatore presso la
grande casa "Kosmograph". Operatore perfetto, anzi,
Serafino diventa quando, dopo avere girato con suprema
freddezza una scena tragicamente reale svoltasi
inaspettatamente sotto i suoi occhi (un attore, Aldo Nuti,
uccide per gelosia l'affascinante attrice russa Vania
Nesteroff, e muore a sua volta sbranato dalla tigre che
invece egli avrebbe dovuto abbattere), si ritrova
suggellato in un mutismo fatale e simbolico, avendo
perduto la voce per il terrore. Né se ne rammarica, ma
invece si compiace di questo suo isolamento, respingendo
l'offerta d'amore che una fanciulla, Luisetta, gli fa,
soddisfatto della sua nuova vita: "Il tempo è questo; la
vita è questa; e nel senso che do alla mia professione,
voglio seguitare così - solo, muto e impassibile - a fare
l'operatore". Non è difficile scorgere a questo punto in
Serafino Gubbio il simbolo stesso dell'arte, immobile ed
eterna, dinanzi al mutevole fluire della vita.
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