Le opere di Corrado Alvaro

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Parliamo di

  Corrado Alvaro
Analisi opere
1 L'età breve
2 Gente in Aspromonte
3 Itinerario italiana
4 Poesie grigioverdi
5 Quasi una vita
6 Racconti
7 Tutto è accaduto
8 L'uomo è forte
9 Vent'anni

 


Tutto è accaduto
 

Romanzo di Corrado Alvaro. L'opera nacque dallo sviluppo di un lungo racconto del 1944, e l'Alvaro vi si dedicò fino alla metà dell'anno successivo, trascurandone la revisione definitiva per procedere a un nuovo allargamento della materia. Frutti di questo allargamento, compiuto a ritroso nel corso delle vicende raccontate, furono L'età breve - uscito nel 1946 - che è la storia del protagonista Rinaldo Diacono fino alle soglie dell'adolescenza, e Mastrangelina che - pubblicato postumo (1960) - mostra il personaggio in una stagione intermedia, senza tuttavia accompagnarlo ai trentatré anni che egli ha all'inizio di Tutto è accaduto. Terzo tempo, dunque, di una trilogia indicata dall'A. come Memorie del mondo sommerso, e intitolato dapprima Una posizione sociale, Tutto è accaduto segue Rinaldo Diacono nella Roma del trionfante fascismo sino alla caduta del regime mussoliniano. Egli è, nella sua apparente solitudine di uomo affannato e dubbioso, il tipico esempio di una vasta categoria di cittadini: nemica della dittatura, manifesta anche clamorosamente la sua ostilità mettendo in subbuglio una rappresentazione dell'Amleto con una sarcastica frecciata al putridume della società italiana, e in altra occasione affrontando con indignato impulso la violenza di sei energumeni. Ma nella sua rivolta c'è più un oscuro ribrezzo che un'animosa forza ideale: come il prigioniero di una cella troppo buia, che finisce col perdere il senso del mondo esterno e col sentirsi legato ai propri aguzzini in un ambiente immerso nel vuoto, così Rinaldo Diacono sprofonda tra neghittose disperazioni. Vittima senza sogni di riscatto, si lascia involgere da un'accidia stupefatta: diventa "un uomo alquanto sospetto, e a molti antipatico perché non chiaro"; vive nella passività degli schiavi che spingono la rassegnazione a una sorta di disumana complicità con i loro carnefici. E la liberazione del 25 luglio muterà ben poco nell'animo di quest'uomo che, pur chiamato a dirigere un giornale, continuerà a respirare i veleni di un'ottusa ferocia ormai stagnanti per sempre. Le ultime parole del libro dicono, appunto, di una "vita ridotta al semplice istinto di conservazione, con l'idea di un grande fallimento". Il romanzo è la più drammatica e angosciosa interpretazione della nostra storia fra le due guerre; né sarebbe giusto attribuire alla fantasia del romanziere Alvaro un pessimismo già altrettanto vivo in molte pagine dell'Alvaro saggista e autobiografo; basterà ricordare il suo diario Quasi una vita, molti spunti del quale - immagini, riflessioni, esperienze di cronaca giornaliera - ricompaiono nel tessuto del romanzo e spesso con un'evidenza che l'Alvaro avrebbe sicuramente attenuato nella revisione che gli fu impedita dalla morte. D'altra parte, nonostante l'incompiutezza del lavoro portato a termine ma non ripulito, qui l'Alvaro è in uno dei momenti più alti della sua ispirazione: la moralità risentita e dolente, l'austera religione del vero anche negli aspetti più penosi, la probità di una testimonianza mai velata da polemici giudizi, in Tutto è accaduto danno vita a un affresco solenne indimenticabile. Quando, per esempio, il protagonista assiste a una comparsa del dittatore in teatro - pallido, melodrammatico, gonfio di cattive letture tra i fremiti delle dame incuriosite - o si trova a un orgiastico convegno di autorevoli personaggi, la pagina tocca una potenza rappresentativa davvero eccezionale in tutta la nostra moderna letteratura.
Ferdinando Giannessi

 

Luigi De Bellis