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L'età
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Romanzo pubblicato a Milano nel 1946. È
il primo di un ciclo di tre (gli altri due, Mastrangelina
e Tutto è accaduto, sono stati pubblicati postumi). L'Alvaro
accentra il racconto sui due temi drammatici principali
nella formazione della sua adolescenza: il sesso e la
sistemazione sociale. L'uno e l'altro sono inseriti nel
clima di falso moralismo e di esteriore decoro della
provincia calabrese nei primi decenni del secolo. Il
ragazzo protagonista, Rinaldo Diacono, viene inviato in un
collegio religioso nei pressi di Roma, e subisce qui le
prime deformazioni che un astratto, e spesso ambiguo,
concetto della natura umana, esercita a opera degli
educatori sulla sua acerba sensibilità: il disprezzo della
donna come della fonte di ogni impurità, l'attrazione
verso compagni spregiudicati, la seduzione di superiori
corrotti. Ma, per un innocente scambio di biglietti con
una ragazzetta (che egli chiama Amanda), più intravista
dalla finestra che conosciuta, egli viene espulso dal
collegio. Inizia, allora, la seconda, difficile esperienza
della sua adolescenza: quella a contatto con l'orgoglio
piccolo-borghese del padre, deciso a tener nascosta al
paese la sua espulsione e a imporre a tutti i conoscenti
la cultura del figlio. Per Filippo Diacono è una questione
di dignità che Rinaldo riscuota la pubblica ammirazione e
sancisca, così, il raggiungimento di una nuova posizione
sociale della sua famiglia. Durante tutto il
pellegrinaggio di padre e figlio presso le varie famiglie
di Corace, Rinaldo ha modo, invece, di scoprire il passato
non irreprensibile del padre (che ha avuto una figlia
adulterina, Mastrangelina, ora sposa a Mastrangelo) e
l'attrazione per una pubblica prostituta Antonia, verso la
quale si risveglia la sua repressa sensualità e che rimane
misteriosamente uccisa proprio la notte del primo, e
mancato, appuntamento con lui. Questa prima fase della sua
educazione si conclude con la partenza di Rinaldo da
Corace verso la città, per volontà del padre, in cerca di
fortuna: la famiglia gli ha dato quanto poteva, ora sta a
lui di realizzarlo e di aiutare, eventualmente, i giovani
fratelli. Rinaldo si associa così alla sorellastra
Mastrangelina e al marito, che fuggono di notte verso
Turio con una statua trafugata in uno scavo e la speranza
di aver scoperto un tesoro: tutti e tre guardano al
miraggio di una nuova vita. Il romanzo raccoglie insieme i
dati dell'esperienza personale di Alvaro e gli elementi
caratteristici di un costume diffuso nel sud per antica
tradizione: il contrasto, in primo luogo, fra sostanza e
forma, istinto e bisogno connaturato di mistificare la
realtà in una ostentata apparenza di onorabilità e di
rigore. A questo acuto romanzo psicologico e di costume Alvaro
ha affidato la confessione della sua bruciante intimità.
Giorgio Pullini
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