Analisi opere di Benedetto Croce

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Parliamo di

  Letteratura italiana del Novecento
Autore recensione
Eugen Onatskyi

 


Il carattere della filosofia moderna
 

Raccoglie vari saggi, già apparsi in "Critica" o in altre riviste. Questo libro, più che una trattazione dottrinaria, è un continuo richiamo al dovere che ogni uomo ha, per rispetto all'umanità che è in lui e nei suoi simili, di essere assolutamente sincero, rinunciando alle illusioni comode, agli adattamenti utili, alle soluzioni facili. Illusione comoda, perché permette di sfuggire alla coscienza della tragica realtà della vita, che è eterna lotta e contrasto, ma che nella lotta è creatrice di tutti i valori; è l'illusione della trascendenza, illusione in cui cadono tutte le filosofie che, fondandosi sulla concezione dell'assoluto come unità posta fuori e al di sopra della distinzione, vengono a negare la necessità dialettica del superamento della distinzione, il farsi dello spirito. La filosofia non può essere altro che filosofia dello spirito; e la filosofia dello spirito non può essere, concretamente, se non pensiero storico "nel cui processo essa rappresenta il momento... della riflessione metodologica". Questa concezione della realtà come storia, escludendo ogni idea di trascendenza, nega anche la legittimità di quell'istanza al "mistero" che informò di sé l'età del Romanticismo; e che perduta in quelle decadentistiche perversioni del Romanticismo, esaltanti la bruta vitalità come forza da sostituire allo spirito, che costituiscono la teoria e il programma di alcuni odierni filosofi. L'avere trascurato il momento della distinzione nell'unità, configurando questa come unità gravante sulla molteplicità anziché muoventesi o articolantesi in essa, ha fatto sì che tutte le dottrine panlogistiche, panestetistiche, volontaristiche, siano sboccate, in ultima analisi, in una sorta di misticismo; che non è dottrina filosofica, bensì atteggiamento pratico di rinuncia e di quiete. Vi son giunte perfino quelle filosofie che, chiamandosi storicistiche, hanno dato allo storicismo "l'aspetto di una acquiescenza al fatto, di un inerte misticismo del fatto". L'affermare che il reale è razionale, e che tutta la realtà o razionalità è storia, non significa escludere la possibilità del giudizio morale, ché sarebbe negare ciò che di più sacro è nell'uomo, la coscienza del fine umano. È esigenza insopprimibile della coscienza umana, che altrimenti negherebbe se stessa come coscienza sottoponendosi al materiale determinismo dei fatti, l'opporre il dover essere all'essere; il riguardare come colpa, e con rimorso, le azioni che ci hanno allontanati dal fine morale. Appunto perché questa esigenza morale è insopprimibile e il giudizio che investe il fatto è sempre giudizio morale, e non accettazione della necessità meccanica, è insopprimibile l'esigenza e l'aspirazione alla libertà. Il concetto di libertà è essenzialmente concetto di valore morale; storicamente si attua in certe forme politiche o economiche, le quali possono e debbono essere superate come forme contingenti, ma non negate nel loro principio, perché superamento e sviluppo non può essere negazione d'un valore, ma soltanto la negazione di una parziale concezione di quel valore, l'approfondimento e la chiarificazione di un concetto che è essenziale al processo della civiltà. E se la filosofia non è e non può essere altro che metodologia della storiografia, suo compito è di porre in luce quei valori che in vario modo e misura si sono svolti nella storia, che è insieme realtà di fatti e consapevolezza umana. È suo compito definire i concetti, comprendere e giudicare la vita, portare in essa luce di verità, cioè coscienza di umanità. Spesso si rimprovera alla moderna filosofia di non essere "filosofia dei tempi", ma se con questo termine si intende il vagheggiare, l'adulare e il teorizzare certi atteggiamenti della vita attuale quali l'empito vitale e il culto dell'irrazionale, bisogna confessare che pure nelle sue formule teoriche, questa pretesa "filosofica dei tempi" non è una filosofia ma la vita stessa nel tentativo di foggiarsi un ideale; e le sue teorie e polemiche hanno lo stesso valore filosofico delle argomentazioni oratorie, valide nella pratica ma non valide nel mondo della verità pura.

 

Luigi De Bellis