Analisi opere di Benedetto Croce

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Parliamo di

  Letteratura italiana del Novecento
Autore recensione
Ernesto Codignola

 


Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale. Teoria e storia
 

Opera filosofica pubblicata per la prima volta nel 1902. Oggetto della filosofia è lo spirito, nella sua concreta unità che è attività e svolgimento: unità che, appunto perché non statica ma dinamica, si presenta sotto distinti aspetti o momenti, attraverso i quali occorre studiare quali siano le forme originarie nettamente distinte pur nella loro connessione e nel loro rapporto con l'unità. Tali forme ci si presentano in una prima distinzione di "teoria" e "pratica". Ciascuna di queste presenta una ulteriore distinzione; l'attività teoretica è intuitiva in quanto attività immaginativo-espressiva, logica in quanto attività produttiva di concetti. La prima forma di conoscenza è caratteristicamente individuale; la seconda presuppone la conoscenza intuitiva e, sviluppandosi da essa, forma l'universalità del concetto. L'attività pratica è volontà tendente a uno scopo; presuppone quindi la conoscenza dello scopo e sorge come momento successivo (non in senso cronologico) all'attività teoretica. Nella pratica distinguiamo due momenti, quello economico in cui la volontà si pone individualmente come tendente al piacere e all'utile; quello etico, in cui la volontà si pone come legge universale, come valore morale. La filosofia dello spirito dovrà dunque studiare i caratteri peculiari a ciascuna forma dell'attività spirituale: e si distinguerà in Estetica, Logica, Economia, Etica. Il trattato dedicato all'Estetica costituisce dunque la prima parte della trattazione crociana della "Filosofia dello Spirito". Compito dell'Estetica è di indagare la forma di conoscenza intuitiva come distinta e autonoma rispetto alla conoscenza logica e indipendente dalla pratica. L'intuizione è conoscenza dell'individuale, delle cose singole; è conoscenza fantastica, produttrice di immagini. Non si riduce alla sensazione, in quanto questa, come mera sensazione, non è ancora conoscenza: la sensazione costituisce la "materia" di cui l'intuizione è "forma". La natura caratteristica dell'intuizione è nell'essere espressione: intuizione ed espressione sono uno. L'atto intuitivo espressivo è l'arte, intesa in senso lato. L'attività artistica è dunque un momento necessario nello sviluppo dello spirito: è artista ogni uomo in quanto manifesta il proprio mondo individuale d'immagini e d'espressioni, nella sua immediata singolarità. È vero che vi hanno infinite variazioni in questo manifestarsi: l'espressione di quello che chiamiamo, in senso proprio, artista, appare ben diversa da quella dell'uomo comune: ma la differenza è quantitativa o estensiva, non qualitativa. Chiamiamo genialità artistica quella ricchezza e chiarezza d'intuizione, quella perfezione d'immagini che solo rari uomini posseggono; ma l'espressione del genio, come quella dell'uomo comune, è l'estrinsecarsi d'uno stato d'animo. L'arte è pura forma; è l'atto per cui la materia oscura della sensazione diviene espressione spirituale; l'arte, elaborando le impressioni, se ne libera. L'arte è atto unitario, sintesi inscindibile di impressione e di espressione; in essa non possono distinguersi, come elementi separati, un contenuto e una forma. La sua perfezione è l'unità: l'imperfezione è il contrasto non unificato di diversi stati d'animo. Così, ciò che chiamiamo "il bello" è il valore dell'espressione, la stessa espressione riuscita; il brutto, la assenza o deficienza di espressione, l'espressione sbagliata. L'attività dell'estrinsecazione che porta alla produzione del bello fisico, implica un elemento pratico; la volontà di fissare certe visioni in modo che non vadano perdute. Indi è nata una tecnica dell'estrinsecazione, la quale ha fatto parlare, illegittimamente, di mezzi dell'espressione interna e di teorie estetiche delle singole arti. Il giudizio estetico s'identifica con la riproduzione estetica: chi giudica si mette dal punto di vista dell'artista, e l'attività giudicatrice s'identifica con quella produttrice, il gusto col genio. Ha importanza quindi l'opera di restituzione delle condizioni nelle quali è avvenuta la produzione artistica, e quindi dei restauri e dell'interpretazione storica; ma la storia dell'arte e della letteratura, avendo per oggetto principale le opere d'arte medesime, richiede insieme gusto e capacità di rappresentazione storica. Ma il concetto della storia implica progresso: v'ha progresso nell'arte? L'arte essendo intuizione, l'intuizione individualità, e l'individualità non ripetendosi, vi sarà storia solo nell'ambito di un contenuto o di una materia che forma oggetto di espressione artistica. Il progresso, pertanto, cade propriamente fuori dell'arte. Costituisce la seconda parte, assai ampia, dell'opera, una storia delle idee estetiche dall'antichità greco romana fino ai nostri giorni. Questa seconda parte, pur essendo distinta dalla prima, serve a illustrarla, ed è a sua volta guidata e sorretta, per così dire, dalla prima. Se nella prima edizione del 1902 tale rassegna storica aveva un fine "non tanto storico quanto polemico e di una polemica che assai volentieri si coloriva di satira", nelle successive del 1907 e del 1921 si rivela un senso, consapevole di "migliore giustizia ai pensatori precedenti". Così pure va facendosi sempre più chiaro il pensiero che "la storia della filosofia" (e dell'Estetica in quanto filosofia) non è trattabile come storia di un problema unico... ma di una molteplicità di problemi particolari e sempre nuovi e via via risoluti e sempre prolifici di nuovi e diversi. Da questa preoccupazione è nata l'aggiunta, nell'edizione del 1931, del lungo capitolo XIX sulla storia delle dottrine particolari. L'Estetica del Croce ha avuto un'influenza decisiva sulle discussioni di filosofia dell'arte, che ha avvivato e in notevolissima parte contribuito a determinare, come pure sugli avviamenti critici, specialmente nel campo della letteratura, esercitando un'azione dominante nella sfera di questi studi nel primo quarto del secolo.  

 

Luigi De Bellis