Analisi opere di Benedetto Croce

   Home        

 

Parliamo di

  Letteratura italiana del Novecento
Autore recensione
Ernesto Codignola

 


La poesia: introduzione alla critica della poesia e della letteratura
 

Opera uscita nel 1935. In essa tutti i particolari problemi di estetica e di critica, che l'A. è venuto svolgendo dai primi anni del secolo, trovano un'esposizione complessiva, che in qualche punto anche segna un avanzamento fondamentale sulle precedenti posizioni. Una verità nuova è, per il suo rigore e per le sue conseguenze, la distinzione, già avvertita da altri, ma confusamente secondo il Croce, tra poesia e letteratura, cioè tra l'intuizione estetica che risolve la totalità dell'esperienza spirituale nella purezza del fantasma lirico, obliando ogni altra finalità estranea, e l'espressione letteraria, la quale consiste "nell'attuata armonia tra le espressioni non poetiche, cioè le passionali, prosastiche e oratorie o eccitanti, e quelle poetiche, in modo che le prime nel loro corso, pur senza rinnegare se stesse, non offendano la coscienza poetica e artistica". La letteratura pertanto non perviene, come la poesia, a un grado di liricità cosmica e caratteristica a un tempo, ma si contenta di esprimere in una forma decorosa, splendida e misurata, le molteplici esigenze umane, e ora ritrae al vivo il dramma d'una coscienza morale, ora la raccolta trepidazione d'un'anima religiosa, ora gl'incantamenti dell'amore o i fasti della patria e degli eroi, e talvolta anche sembra obliare tutto, per sorprendere lo spirito che nell'intimità contempla se stesso e con ciò sembra elevarsi alla poesia, ma in fondo quel che prevale è a volta a volta o l'interesse religioso e morale o il richiamo dell'attenzione su determinate verità e situazioni o l'effusione sentimentale, e cioè complessivamente prevale il proposito di dilettare, intrattenere e anche istruire, come già avvertirono i retori antichi. Dopo tale fecondo chiarimento il Croce indaga il processo di rievocazione, interpretazione e caratterizzazione della poesia, per cui dall'immediato rivivere le impressioni fantastiche nella loro purezza s'arriva via via, rinnovando in sé l'esperienza artistica, a un'adeguata valutazione storico-estetica. Quanto alla formazione del poeta se, come è naturale, il Croce rigetta le pretese di una precettistica che con rigide leggi vuol dirigerne i passi, non intende negare la necessità che questi coltivi il suo genio nell'assidua consuetudine con la grande poesia. E perciò se è vero che poeta si nasce, è altresì vero che poeta si diventa. La trattazione termina ribadendo il concetto che ne è stata l'idea direttiva: che non la Poetica, ma l'Estetica è stata la guida del libro, perché non esiste teoria delle arti particolari con leggi loro proprie; il ritmo, che è l'anima dell'espressione poetica e per mezzo della poesia si trasmette alla letteratura, "è proprio di ogni arte e torna in ciascuna di esse con questo o con altro nome e in ciascuna di esse prende le sue vie". Perciò "per ciascuna delle singole arti... i problemi e i concetti estetici sono i medesimi", anche se "nell'una o nell'altra essi si presentano sovente sotto forme e con parole che non ne lasciano riconoscere alla prima la medesimezza". L'ultima parte del volume accoglie numerose postille critiche con cui il Croce, oltre agli orientamenti bibliografici, cura di dare al lettore preziose, se pure occasionali, indicazioni storiche e teoretiche sul problema dell'arte.  

 

Luigi De Bellis