Analisi opere di Benedetto Croce

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Parliamo di

  Letteratura italiana del Novecento
Autore recensione
Ernesto Codignola

 


Logica come scienza del concetto puro
 

Opera filosofica ampliamento e rifacimento, pubblicato nel 1908, della memoria dal titolo Lineamenti di una logica come scienza del concetto puro (1904-5), e secondo volume della Filosofia dello spirito. Intento dell'autore, che già nell'Estetica aveva riportato l'arte alla sua fonte originaria nello spirito, era di rivendicare la "serietà del pensiero logico" di fronte all'empirismo e all'astrattismo, ma anche alle dottrine intuizionistiche, mistiche e prammatistiche, "che travolgevano col positivismo, a giusta ragione avversato, ogni forma di logicità". L'opera consta di quattro parti. Nella prima tratta del concetto puro, del giudizio individuale e della sintesi a priori logica; nella seconda della filosofia, della storia e delle scienze naturali e matematiche, nella terza delle forme degli errori e della ricerca della verità. L'ultima è dedicata a sguardi storici sulla storia della logica e la storia della filosofia, la teoria del concetto e quella del giudizio individuale, la teoria delle relazioni tra pensiero e parola e la Logica formalistica, per concludere con una più precisa determinazione del carattere della logica che l'autore presenta e delle sue innovazioni rispetto al pensiero logico tradizionale. A ristabilire il valore della logicità nel concetto, che perciò determina come puro, il Croce sottopone a critica quelli che egli denomina pseudo-concetti, vale a dire finzioni concettuali, che le scienze particolari e le matematiche traggono, con un procedimento empirico, dai dati dell'esperienza epurati con un mero processo di astrazione. Questi pseudo-concetti mancano per l'appunto di quei caratteri di universalità e assolutezza che contraddistinguono la conoscenza concreta, quella cioè che è percezione stessa della realtà. Questi caratteri li posseggono invece i concetti puri, che attingono dal pensiero stesso la loro universalità e il loro contenuto (bellezza, nell'arte; verità, nella logica; utile, nell'economia; bene, nella morale). I pseudo-concetti, come per esempio le leggi della natura, sono generali, i concetti puri universali. E, poiché la realtà è individua, poiché nulla si ripete in ritmo meccanico, il concetto puro, mentre si afferma come universalmente vero, è sempre individuale, esprime la realtà nella sua individualità irriducibile; il pseudo-concetto la esprime, al contrario, in una sua genericità indifferenziata. Il concetto implica sempre in sé un'opposizione: non è avvertibile il bello se non contrapposto al brutto, ecc. Ma, oltre al principio dell'opposizione, a spiegare la struttura logica della nostra mente bisogna ricorrere alla dottrina dei distinti. Il concetto di bello non è l'opposto di quello di utile, ma è distinto da esso. D'altra parte, come sintesi di universale e di individuale il pensiero non può pensare che la verità. L'errore nasce da preoccupazioni pratiche o passionali che interferiscono nel normale procedimento del pensare logico e lo turbano. Lo sforzo compiuto dal Croce con la Logica consiste per l'appunto nel rivendicare al pensiero il carattere logico senza separarlo dalla realtà viva che è sempre individua. Il positivismo aveva abbassato l'umanità a natura e preteso quasi di spiegare il mondo nostro con i procedimenti delle scienze particolari e matematiche, che per definizione, ricorda il Croce, sono astratte e non possono quindi cogliere la vita, d'altra parte le correnti intuizionistiche, pragmatiche e, in genere, irrazionalistiche, per opporsi al meccanismo naturalistico del positivismo avevano finito col negare lo stesso pensiero, che è e non può essere assolutezza e universalità. L'universale, che il Croce si sforza di definire, è a un tempo pura universalità a priori e pregnante intuizione individuale. La storia si risolve così nella filosofia ovvero la filosofia nella storia.  

 

Luigi De Bellis