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Opera pubblicata nel 1915 in tedesco col titolo Zur
Theorie und Geschichte der Historiographie e nel 1916 in
italiano. È il quarto volume della "Filosofia dello
spirito" ed è costituito da vari saggi che formano un
tutto organico. Tutta la vita è storia, poiché è
svolgimento, incessante processo. Ogni momento
dell'attività spirituale è atto che implica una esperienza
vissuta; e come il passato è sempre vivo nel presente, il
presente, l'atto che si viene compiendo, è passato, in
quanto coscienza dell'atto, giudizio implicito all'atto
stesso. La storia è sempre quindi contemporanea, poiché
non si può scindere la storia (esperienze vissute e
presente) dalla vita che è creazione di storia. Ciò che è
vero pel singolo, in cui vita e storia coincidono, è vero
nella vita dell'umanità; anzi la vita dell'individuo
singolo è vera e reale in quanto è vera e reale la vita
dell'umanità. La narrazione storica è dunque il
ripensamento della esperienza umana quale è implicita
nella vita presente: tutto il processo storico
dell'umanità si presenta concretamente, in una narrazione
storica, sotto un particolare aspetto. Oggetto della
storia è il fatto o meglio la serie dei fatti, che è la
serie dei momenti successivi del fare; ma il fatto è
qualche cosa di particolare che, in quanto avvenuto, deve
essere interpretato e reso attuale nel giudizio. Perciò
son necessarie alla narrazione storica sia la
testimonianza dei fatti, il documento, sia la
interpretazione critica del documento. Nella storia però
documento e critica non sono elementi separati: non vi è
da un lato l'elenco dei fatti e dall'altro il commento ai
fatti stessi. La storia è unità sintetica; è il pensiero
stesso che percorre il processo del suo divenire. L'esame
dei documenti, la filologia (ciò che Vico chiama il
"certo") è il particolare che in sé non ha valore se non
viene investito da un giudizio, cioè se non diviene il
"vero"; filologia e filosofia costituiscono gli elementi
inscindibili nella storia. Dalla storia vanno distinte le
varie forme di pseudo-storia: la cronaca da un lato e la
cosiddetta storia poetica dall'altro. Questa non è storia
perché, anziché assumere la particolarità dei fatti nella
universalità che è pensiero consapevole di sé nel suo
divenire, mantiene la particolarità, tentando di
ravvivarla col sentimento. Il valore è pensiero e non
sentimento o fantasia. La storia è fatta dagli individui;
ma l'individualità è la concretezza dell'universale e ogni
azione individuale è, nello stesso tempo,
sopraindividuale. Individualità e universalità come cose
distinte non esistono; esiste solo l'unico corso storico,
i cui aspetti astratti sono l'individualità priva di
universalità e l'universalità priva di individualità. Così
se la cronaca non è ancora storia, non per questo si può
riconoscere la legittimità di una presunta "filosofia
della storia" che, in un sistema di concetti, pretenda di
determinare a priori il significato dei fatti.
Identificata la storia col pensiero o coscienza
dell'individuale-universale, non cade la possibilità della
distinzione fra le storie speciali. La storia è sempre
speciale, anche la storia della filosofia, ed è insieme
universale: la realtà, studiata secondo un punto di vista,
è tutta la realtà che confluisce nell'oggetto considerato
sotto quel punto di vista. Le distinzioni nella storia
vengono date da quelle che hanno il loro fondamento nel
pensiero, e che la filosofia viene determinando. Sì che a
un progresso nella elaborazione dei concetti filosofici se
ne accompagna uno nelle distinzioni ed elaborazioni
storiche. Falsa è però la distinzione tra la storia,
intesa come realtà umana, e una storia della natura
astrattamente intesa, qual è la natura dei naturalisti. La
storia è sempre della realtà, che è una: la distinzione
fra mondo umano e mondo della natura è distinzione tra
vera e falsa storia. Reale è invece la distinzione,
nell'unità dello spirito, dei momenti dell'arte e del
pensiero logico, della pratica economica ed etica; vera
storia è quella che studia il processo dello spirito sotto
uno degli aspetti in cui si manifesta la sua concreta
unità. Così la storia della realtà nel mondo pratico si
configura come storia etico-politica. La filosofia può
considerarsi come storiografia in quanto elaboratrice e
affinatrice di concetti che hanno la loro funzione nel
giudizio storico, o anche come metodologia della
storiografia. Quest'opera, la cui seconda parte è tutta
dedicata a una trattazione storica della storiografia,
conclude la Filosofia dello Spirito del Croce,
suggellandone la fondamentale preoccupazione, che è stata
quella di intendere la realtà storica. |