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Vent'anni |
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Romanzo di Corrado Alvaro pubblicato a
Milano nel 1930 e ivi riedito nel 1953 in forma riveduta,
cioè sfoltita di alcuni episodi (un centinaio di pagine) e
reintegrata di alcune pagine fino allora escluse. L'opera
si presenta come un autobiografia di Alvaro ventenne,
contadino, meridionale, al contatto con l'esperienza della
prima guerra mondiale. Naturalmente il racconto, che ha
ambizioni di romanzo, si riveste di un'apparenza di
impersonalità, trasferendo l'esperienza di Alvaro
a un personaggio di fantasia, Luca Fabio, che approda
dapprima a Firenze e, in seguito, passa al fronte,
sull'Isonzo. La vita militare ha per lui diversi
significati complementari, tutti convergenti nel tema
della sua formazione morale: significa uscire per la prima
volta dal Sud arretrato e mitico, e, insieme, lasciare la
campagna per la città, e, infine, uscire dall'adolescenza
verso la giovinezza virile. Tutto un mondo nuovo gli si
rivela, animato in particolare dall'amicizia del caporale
Attilio Bandi, un giovane e sensibile borghese, (che Luca
tenterà inutilmente di proteggere dalla violenza del
combattimento), e dal fascino di Eva Amneri, una donna con
cui Luca conosce l'avventura e la delusione. Egli giunge a
Firenze con l'animo pieno di fantasie astratte: per lui la
guerra è il grande pretesto di evasione, l'unica soluzione
apparsa alla sua mente di ragazzo ormai deluso nelle
ambizioni di grandezza: "Era come se si fosse fabbricato
da sé questo destino, non ardiva neppure catalogarlo e
definirlo, vi stava in mezzo come si sta nella vita, senza
pensare se fosse bello o brutto, con la stessa forza di
sofferenza dell'uomo che cerca ventura". E invece
l'ambiente militare e poi il caos della guerra, sono
destinati a deluderlo anche in questa sua ansia di
evasione. La vita militare gli si rivela come un
meccanismo astrattamente rigido di forme prive di
significato, fino a toccare l'assurdo di ordini disumani
nel clima rovente del fronte di guerra; e questa sgonfia
ogni sua illusione di grandezza individuale e si offre
allo sguardo come livellamento dell'individuo nella massa
amorfa e avvilita, e come violenza abnorme che sfugge
ormai al controllo delle previsioni. Ma quando pare che la
crisi di Luca tocchi la sua acme nel crollo di ogni
ideale, ecco che egli riesce a spremere dalla realtà
dell'esperienza un significato formativo. La guerra assume
ai suoi occhi per lo meno la funzione di disincantare
l'individuo e metterlo a un continuo banco di prova con le
difficoltà e la morte. Fabio si scopre, così, ad avere
vent'anni solo di nome, e a conservare ancora inutilizzati
i sogni della giovinezza senza più riuscire a crederci.
Nella sua vita si è creato un vuoto che egli non riesce a
colmare: ora che ha provato la guerra con tutto il suo
orrore, non gli è più possibile conciliarsi con la vita
borghese delle città in pace. Il libro si chiude con la
perplessità sul futuro, in cui "tutto ci parrà un gioco
inutile", e con l'inquieto bisogno di cacciarsi "in tutte
le imprese più disperate, in tutte le cause sballate" per
colmare il senso di inutilità. Se aver svelato al giovane
soldato la vanità di ogni azione può considerarsi
formativo, in questo senso la guerra è stata per lui
formativa: lo ha fatto uomo. Il libro ha il suo difetto
centrale nella povertà di respiro narrativo: la guerra non
è quasi rappresentata, ma solo commentata dal pensiero di
Luca-Alvaro. E perciò la mostruosità della sua violenza
risulta più dichiarata che percepita direttamente. Né,
d'altro lato, il discorso soggettivo di Luca-Alvaro ha una
continuità e una penetrazione che riscatti le deficienze
del racconto oggettivo: il libro si spezzetta, dopo un
felice inizio, in pensieri ed episodi di breve arco. Ma, a
parte questi scompensi, l'opera pone le basi per una
anticonformistica interpretazione della prima guerra
mondiale, conferendo al genere autobiografico una
concretezza morale insolita negli anni intorno al '30. Per
questi motivi costituisce una tappa importante nella
storia di A. e un punto di riferimento per la narrativa
critica degli anni successivi.
Giorgio Pullini
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