Le opere di Giuseppe Antonio Borgese

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Parliamo di

  Giuseppe Antonio Borgese
Analisi opere
 1 Gabriele D'Annunzio
2 Golia, la marcia del fascismo
3 Rubè
4 Poetica dell'unità
5 Storia della critica romantica in Italia
6 Tempo di edificare
7 La vita e il libro
8 I vivi e i morti

 


I vivi e i morti
 

Romanzo pubblicato a Milano nel 1923. Posteriore di due anni a Rubè, costituisce una ripetizione alquanto sbiadita dei suoi problemi e dei suoi personaggi, su uno sfondo più angusto, con minore incidenza storica. Eliseo Gaddi, dopo una vita abbastanza insignificante trascorsa a Milano e in altre città, ritorna alla casa della madre, nella campagna lombarda. Qui trova il fratello Michele, che ha passato in campagna tutta la sua vita, e convive con una giovane contadina: lo scontro fra i due fratelli è immediato e violento, provocato dall'insofferenza di Michele per Eliseo che pretende di dedicarsi anch'egli alla terra e appare invece al fratello un elemento difforme, una macchia nella chiarezza della vita dei campi, per le sue incertezze, i suoi dubbi, la debolezza della volontà, la corrosione interiore dell'azione, il suo carattere di intellettuale, morboso, oscuro, incapace di semplicità e di forza. Eliseo è infatti un nuovo Rubè: il rappresentante di una generazione in crisi, fragile, tutta fervori e decezioni, inetta nell'azione e nella lotta, inconsciamente maligna nella sua debolezza. Michele muore dopo una discussione violenta, con Eliseo: che si sente colpevole, è preso da rimorsi, da manie assurde, tormenta, la madre cerca invano di trovare pace nell'attività della terra. In un tentativo di evasione, a Milano, poi a Venezia, riannoda i rapporti di amicizia con la ricca famiglia Leri, e si innamora, ricambiato, di Sofronia Leri. Ma anche nell'amore la sua incertezza lo porta al fallimento: combattuto, dubbioso, dolorante, eppure incapace di decidersi a vincere l'interiore indifferenza, Eliseo abbandona Sofronia, che finirà per sposare, senza amarlo, un ricco e insignificante borghese. Ritornato presso la madre, Eliseo prosegue la sua esistenza senza senso, come già corrosa dalla morte. Solo la madre, ormai molto vecchia, cerca di salvarlo dalla pazzia che pare a poco a poco invaderlo: è, l'unica persona viva, vigorosa, sana, in mezzo a un mondo incerto e sconvolto. Eliseo incomincia ad avere visioni, turbamenti psichici: e si mette in testa di essere la reincarnazione di un prozio, Alvise, morto molto tempo prima misteriosamente assassinato. In una seduta spiritica subisce un violento trauma psichico, e la malattia che ne deriva è lunga e difficile: solo le cure della madre a poco a poco salvano dalla morte Eliseo, ma l'uomo che esce dalla malattia è un essere nuovo, finalmente chiarito. Eliseo ha ormai accettato la sua vocazione alla morte: e una religiosità sempre più precisa viene a rasserenarlo. Intanto Arianna (una profuga russa divenuta sua amante) ha avuto una figlia, che Eliseo prende con sé: gli ultimi suoi anni non conoscono più tempeste, solo una grande rassegnata pace. Il romanzo contiene i soliti elementi di maniera tipici di Borgese: la russa fatale, lo spiritismo, le malattie tragiche; ma soprattutto non dice nulla, di nuovo sul tema dell'incapacità di vivere, dell'aridità degli affetti, sulla crisi interiore dell'uomo dei primi anni del secolo, che costituiscono il motivo centrale della sua narrativa.
Giorgio Barbieri Squarotti

 

Luigi De Bellis