Parliamo di |
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Personaggi delle opere di Antonio Fogazzaro |
Commento
critico |
Piero Nardi |
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Zio
Piero |
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Cioè Pietro Ribera, personaggio di primo
piano nel romanzo Piccolo mondo antico. Ripete l'immagine
dì uno zio materno del romanziere. Quale zio di Luisa, è
il benefattore di lei e di Franco, al quali offre la sua
casa di Oria sul lago di Lugano e il suo denaro, perché
possano sposarsi contro la volontà della nonna dalla quale
Franco dipende economicamente. (Così i genitori del
romanziere, ostacolati nel loro matrimonio, trovano un
benefattore nell'ingegner Pietro Barrera fratello della
sposa). È, di tanti personaggi magistrali e cari al
Fogazzaro, il più artisticamente felice e il più
umanamente simpatico. Galantuomo di buon senso, generoso
senza secondi fini, gioviale. Fa da testimone nel
matrimonio segreto della nipote, ma dissentendo
nell'intimo: "Cosa mai! L'onest'uomo quello che fa lo dice
alla papale". Aiuta gli sposi, ma si stizzisce della loro
riconoscenza. Adora la loro bambina, le appicca il
nomignolo di Ombretta, le canta le canzonette, gioca con
lei come un ragazzo. È l'equilibrio fatto persona.
Destituito da imperial regio ingegnere in seguito agli
intrighi della nonna di Franco, la quale vuol affamare il
nipote e la sua famigliola, ne dà l'annunzio a Franco e a
Luisa senza un lamento né una protesta, facendo come
sempre da contrappeso alla loro tendenza a drammatizzare:
"Intanto", egli dice "aprite la mia borsa. Vi troverete
dieci polpette che la signora Carolina dell'Angria mi ha
voluto dare per forza. Vedete che le cose non vanno poi
troppo male". È il tipo dell'uomo che fa il bene a questo
mondo non mirando all'altro. Finché non venga la lezione
del dolore anche per lui. Assistendo al chiudersi di Luisa
nel pensiero esclusivo della sua bambina morta, alla
ripugnanza di lei fin d'incontrarsi con Franco, che, dal
Piemonte, le chiedeva, alla vigilia del '59, un convegno
all'Isola Bella sul Lago Maggiore prima di partire per il
campo, impara a questo modo a far i conti col
soprannaturale: "Quando ti vedo perdere, dirò così, il
buon senso e anche il senso comune, non posso a meno di
farti riflettere che se si voltano le spalle a Domeneddio,
si fanno di questi guadagni". Giunto a riconciliare Luisa
e Franco, muore di sincope all'Isola Bella, dopo aver
sentito messa, ed essersi segnato con una gran croce
all'ultimo "benedicat", e aver detto, giovialmente,
uscendo di chiesa: "Eccomi felice e contento d'essere
andato a farmi benedire". Preoccupazioni religiose nel
senso di curiosità di sapere, come in Luisa, lo zio Piero
non ne aveva. E scoteva il capo con una leggera ombra di
disapprovazione di fronte all'ozio contemplativo di
Franco. Col suo "modesto ventre pacifico" e la sua
"serenità di filosofo", di "giusto antico", pigliava la
vita com'era: faceva il suo lavoro, dormiva il suo sonno;
anche quando ci sarebbe stato motivo di perder le staffe.
Personaggio superbamente caratterizzato, degno d'entrare
nella tradizione come il tipo di tutti gli uomini del suo
stampo. Per lui, si può dire che l'umorismo del Fogazzaro
di esteriore si sia fatto interiore, venendoci incontro
come espressione del temperamento d'un personaggio.
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