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LE ORIGINI DELLA
LETTERATURA
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RUSTICO FILIPPI: O DOLCE MIO
MARITO ALDOBRANDINO
Sonetto di straordinario effetto
comico, ottenuto imitando il
discorso disinvolto e dolcemente
persuasivo di una donna al
marito ingannato. Il discorso,
in prima persona come in una
battuta di novella boccaccesca o
di commedia, si svolge come su
due piani: un primo piano in cui
vale il significato letterale,
come messaggio difensivo e
tranquillizzante rivolto al
marito; e un secondo piano, in
cui vale il significato
allusivo, maliziosamente
costruito sui doppi sensi di
parole e costrutti, come
messaggio maliziosamente rivolto
al lettore. I due messaggi,
attraverso una serie di
ripetizioni, richiami interni e
accumulazioni di effetti,
tendono sempre più a
divaricarsi: mentre il marito,
ricevendo un messaggio così
dolce e persuasivo, deve sempre
più tranquillizzarsi e credere
all'innocenza della donna, il
lettore, decifrando i doppi
sensi, deve sempre meglio
comprendere come sono veramente
andate le cose.
La donna, così deliberatamente
allusiva e sfuggente nel
riferire i fatti, finisce poi
per mettere in primo piano i due
elementi centrali della vicenda:
il luogo dove è stato consumato
il tradimento, il letto,
insistentemente e ironicamente
indicato come nostro ai vv. 8,
in chiusura di quartína, e 12,
in apertura di terzina; e la
prova del reato, il farsetto
dell'amante (che già mai non si
spoglia). Sono i due elementi
che campeggiano nelle parole
avvolgenti della donna, con
tutta la loro concretezza.
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Daniele Mattalia |
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