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FRANCESCO PETRARCA
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DELLE COSE MEMORANDE
Trattato
storico-didattico di iniziato
nel 1344 e rimasto incompiuto: i
libri Factorum et dictorum
memorabilium di Valerio Massimo
ne offersero il modello allo
scrittore, al quale dovette
sorridere il pensiero di
un'opera composta secondo un
simile schema che gli permetteva
di porre in mostra la varia
erudizione storica da lui
raccolta, unica per i tempi
suoi, e di trarne un
insegnamento morale per i
lettori. A tal fine predispone
un disegno abbastanza
artificioso, secondo il quale la
sua opera si inizia con l'elogio
dell'ozio, classicamente inteso,
ossia del riposo dell'animo
inteso ai nobili studi, e passa
poi a trattare delle varie virtù
a cominciare dalla prudenza,
nella quale distingue diversi
aspetti, la memoria del passato,
la provvidenza del presente, la
previdenza del futuro. Gli
esempi abbondano e sono di
solito distribuiti in gruppi
composti da un Romano, da un
personaggio di un altro popolo
antico e da un personaggio di
tempi più recenti: così,
parlando dell'ozio, lo scrittore
ricorda uomini antichi e moderni
che lo amarono, i due Scipioni,
Cicerone, Epaminonda, Achille,
Socrate, Roberto d'Angiò, e
secondo lo stesso metodo
fornisce esempi di studio e di
dottrina e delle varie doti che
compongono la prudenza. Ne
risulta all'opera una fisionomia
più spiccatamente medievale che
non quella dell'altra opera
storica petrarchesca Degli
uomini illustri: ma nello schema
moralistico cd enciclopedico
l'autore ha modo di far sentire
il suo amore per l'antichità da
lui scoperta e spesso di narrare
con arguzia aneddoti,
interessanti per noi
specialmente se riferentisi a
personaggi più vicini a lui nel
tempo. E alta e solenne risuona
quasi all'inizio stesso
dell'opera la voce della
coscienza umanistica del poeta,
il quale, fiero della sua opera
di restauratore dell'antichità,
severamente giudica le
generazioni che l'hanno
dimenticata o trascurata: "Io,
posto come sul confine di due
popoli, e guardando insieme a
quello che mi sta dietro e a
quello che mi verrà innanzi,
questo giudizio non ereditato
dai padri volli trasmesso ai
posteri": parole memorabili, che
segnano l'inizio di una nuova
età, il Rinascimento.
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Mario
Fubini | |
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