Lorenzo De' Medici: Cenni
biografici
Il politico
Lorenzo fu anzitutto un
politico, un uomo di Stato,
signore assoluto di Firenze e
arbitro della vita politica
italiana. Si preoccupò di
conservare alla città di Firenze
l'egemonia sull'intera Toscana.
Scampato alla congiura che la
famiglia dei Pazzi aveva ordito
contro di lui, impresse una
svolta decisamente autoritaria
al suo governo, e fu così
spietata la vendetta del suo
partito sugli avversari che il
papato e il regno napoletano
pensarono di approfittarne per
coalizzarsi in una guerra contro
Firenze. Ma il Magnifico riuscì
a convincere il re di Napoli a
staccarsi dall'alleanza col
papa, ottenendo così la
possibilità di accrescere il
prestigio di Firenze. A partire
da questo momento, Lorenzo per
11 anni sarà il realizzatore di
un accorto programma di
equilibrio e di pace fra i vari
Stati della penisola. Solo dopo
la sua morte si riaccenderanno
forti discordie fra i prìncipi:
cosa che favorirà le invasioni
straniere di Francia e Spagna.
Il mecenate
Lorenzo accolse nella sua corte
filosofi, letterati e artisti,
realizzando nella sua persona la
figura ideale del principe
rinascimentale. Diede nuovo
impulso al volgare, rivalutando
la tradizione stilnovistica e
trecentesca di Firenze, e
sostenendo la superiorità del
toscano sugli altri volgari. Il
fine era anche quello di
accrescere il proprio peso
politico in Italia attraverso il
primato culturale-linguistico di
Firenze.
La personalità poetica
Molteplici sono gli aspetti
della sua attività letteraria:
vari i generi affrontati, le
tecniche... Egli stesso si
compiace di descriversi come un
raffinato dilettante, incline a
intendere l'esercizio letterario
come evasione dalle faccende
politiche quotidiane. Questo
carattere sperimentalistico
della sua produzione è in realtà
tipico di tutto il '400,
specialmente di quegli scrittori
che preferivano scrivere in
volgare. Lorenzo, nelle sue
opere, si appropria del mondo
degli interessi e dei gusti di
tutte le classi sociali che
compongono il dominio della sua
signoria: contadini, ceto
borghese, intellettuali e
aristocratici. Per ognuna di
queste classi egli mostra di
avere la giusta considerazione,
rafforzando il proprio prestigio
di signore preoccupato del bene
dei sudditi.