IL SITO DELLA LETTERATURA

 Autore Luigi De Bellis   
     

OPERE

Le stanze
Le selve
Ben vegga maggio
I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino
Rispetti
Orfeo
Canzoni a ballo
 
AGGIORNAMENTI
 

HOME PAGE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


IL QUATTROCENTO: POLIZIANO
Poliziano: Rispetti

Composti a imitazione di quelli cari al popolo, i "rispetti" svolgono, al pari di quelli, un pensiero, un'immagine, un motivo, sempre d'argomento amoroso nell'ambito di otto versi chiusi nella forma dell'ottava perfetta: alcuni di essi sono "continuati", vale a dire incatenati in serie così da formare una sorta di epistola amorosa (dieci sono i componimenti così composti); gli altri, un centinaio, sono "spicciolati". Né gli uni né gli altri si distinguono per originalità di accenti, e nemmeno raggiungono quella grazia tutta propria del Poliziano che si può ammirare nelle minori Canzoni a ballo, pur esse composte col proposito di rifarsi alla poesia di popolo: si direbbe che facendo proprio un gusto diffuso tra i poeti d'arte della sua età, il Poliziano non abbia cercato in questi "rispetti" che un piacevole esercizio, un'occasione per verseggiare a riposo della mente e a preparazione di cose maggiori. Perciò non è da chiedere a questi componimenti profondità o novità di sentimento: le lodi della donna, i lamenti per la sua durezza, gli ammonimenti a godere della giovinezza troppo breve, sono svolti con accenti generici, che sono come trasportati dalla facile onda melodica. Anche lo studio del letterato, che fa le sue prove maggiori nelle Stanze per la giostra, nell'Orfeo e nelle stesse ballate, è, in queste cose minori, limitato in più breve cerchia, come si conviene alla maggiore elementarità dell'espressione, e si rivela nell'adattamento di motivi della poesia dotta (di Tibullo o del Petrarca, per esempio) al tono popolare del discorso ("Il buon. nocchier sempre parla di venti" e "Chi vuol veder lo sforzo di natura"), oltreché nella cura costante di levigare in un ben condotto periodo sintattico le asprezze, spesso saporose, dei canti popolari, da cui egli riprende movenze e immagini. Ma pur nella generale mediocrità si fan notare alcuni rispetti spicciolati per l'indovinata mossa del discorso o per la freschezza di qualche immagine: lo scherzoso bando d'amore, per esempio, "Amor bandire e comandar mi fa, - Donne belle e gentil che siete qui, - Che qualunque di voi un cor preso ha - Lo renda o dia lo scambio in questo dì...", o questa immagine di gusto popolare che compare in un altro: "Quand'Ippolita ride onesta e pura - È par che si spalanchi il paradiso; - Gli angioli al canto suo senza dimoro - Scendon tutti dal cielo a coro a coro", o ancora il "rispetto" VII: "Io mi sento passar in fin all'ossa - Ogni accento ogni nota ogni parola... Crederei, quando fussi nello inferno, - Sentendo voi volar nel regno eterno", o, parimenti condotto con bella eleganza, il XXIX: "Se tu sapessi quanto è gran dolcezza - Un suo fedele amante contentare...", o le variazioni su motivi consueti di questa poesia che ci sono offerte dai "rispetti"; "Io seminai il campo e altri il miete" e "Quando questi occhi chiusi mi vedrai", o infine il "rispetto" XL, intonato a una compiaciuta sentimentalità: "Io son la sventurata navicella - In alto mar tra l'onda irata e bruna, - Tra le secche e gli scogli, meschinella, - Combattuta da'venti e da fortuna...". Non è molto: ma a maggiori altezze non aspirava componendo i suoi "rispetti", il Poliziano, a cui non fu dato di sollevarsi per questa via all'espressione di un'intensa e vera passione come Leonardo Giustinian coi suoi Strambotti e le sue Canzonette o alla vigorosa rappresentazione realistica, non priva di umorismo, della Nencia da Barberino tradizionalmente attribuita al suo amico e protettore Lorenzo il Magnifico.

Il Poliziano ha uno squisito sentimento della forma nella piena indifferenza di ogni contenuto. (De Sanctis).

Mario Fubini

© 2009 - Luigi De Bellis