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IL SEICENTO
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Rinuccini: Dafne
Favola
drammatica di Ottavio Rinuccini
(1562-1621), che musicata da
Jacopo Peri (1561-1633) e
rappresentata nella sua prima
versione nel 1594, fa una delle
opere che prime valsero a
stabilire la nuova forma
teatrale del melodramma. La
favola è tratta da Ovidio (v.
Metamorfosi), e nel suo stile
aggraziato ed elegante è il
primo illustre esempio di
"libretto". L'azione è preceduta
da un breve saluto augurale di
Ovidio all'uditorio, e si inizia
con un coro seguito dalle gesta
di Apollo, il quale, inorgoglito
dall'uccisione del Pitone, ha
parole altezzose verso Amore.
Questi, offeso e conscio della
propria potenza, prepara la
vendetta. Apollo si invaghisce
di Dafne che, apparsa sulla
scena in atto d'inseguire un
cervo, subito s'allontana
disdegnosa dalla vista del dio.
Apollo la insegue. Amore,
riapparendo, è felice della sua
vittoria: e il coro gli fa eco.
Senonché sopraggiunge un Nunzio
che narra come Dafne sul punto
di essere raggiunta abbia
chiesto il soccorso degli dèi e
sia stata tramutata in lauro. Da
allora in poi l'albero, sacro ad
Apollo, avrà il privilegio di
offrire le fronde per le corone
dei poeti e dei re e il suo
verde perenne sarà difeso
dall'aroma che allontana le
greggi e i pastori. Il coro
conclude la favola inneggiando
all'Amore e, spaventato
dall'esempio di Dafne, invocando
che ogni amante sia - per
protezione di Amore -
corrisposto dall'amato.
Quest'ultimo coro si inizia col
verso, divenuto famoso: "Bella
ninfa fuggitiva..." che dà il
tono esatto di questo minuscolo
componimento col quale viene
trovata di primo impeto quella
particolar forma metrica ben
ritmata e vocalizzata che
resterà per secoli tipicamente
melodrammatica, e formerà la
trama verbale su cui il genio
musicale italiano svilupperà
l'inesauribile sua vena
melodica, dal semplice
recitativo alle fiorettature più
ardite del "bel canto". La Dafne
porta in alcune stampe una breve
ode indirizzata al signor Jacopo
Corsi che rappresentò e "mise in
scena" l'opera.
Non rimangono purtroppo tracce
della musica scritta per la
Dafne del Rinuccini; non si può
quindi stabilire con esattezza
il valore artistico di
quest'opera, il primo dramma
musicale che sia stato scritto,
che ha una grande importanza
nella storia del melodramma.
Pare inoltre che alla musica
abbiano collaborato anche Jacopo
Corsi (circa 1560-1604) e Giulio
Caccini (1550-1618). L'opera fu
rappresentata a Firenze in casa
del Corsi nel 1594; pochi anni
dopo ne seguirono altre
rappresentazioni. Le nuove
teorie musicali del "parlar
cantando", elaborate nei
convegni della Camerata
fiorentina, ebbero nella Dafne,
come nell'Euridice,
un'affermazione artistica
superba; il mondo intellettuale
del Rinascimento credette di
aver ritrovato nel recitativo
musicale il modo di cantare
usato dai Greci nelle loro
tragedie. (Enrico Magni
Dufflocq).
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Marco
Ferrigni | |
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