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IL SETTECENTO
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Goldoni: Sior todero brontolon
(ossia Il vecchio fastidioso).
Commedia in tre atti in dialetto
veneziano, rappresentata nel
1762. Meneghetto vorrebbe
sposare Zanetta, con l'appoggio
della madre di lei, Marcolina, e
del padre Pellegrin. Il giovane
però, non osa manifestare il suo
desiderio di fronte al proprio
padre, Todero, avaro e
dispotico. Questi, per non
versare la dote della nipote,
vorrebbe invece maritarla a
Nicoletto, figlio del suo agente
Desiderio. Ma l'astuta Marcolina
fa sposare segretamente
Nicoletto alla sua cameriera
Cecilia, da lui amata, sventando
i piani di Todero e appagando i
voti di Meneghetto. Commedia di
carattere, è fra quelle che più
ci avvicinano alla vita intima
della vecchia borghesia
veneziana, rigidamente
sottomessa a un patriarcato
ormai decaduto nella gretteria.
E vive di questa rievocazione
riducendo al minimo l'intreccio
e sviluppando con commosso
affetto il dialogo. Riappaiono
qui elementi cari al Goldoni:
l'astuzia della servetta, la
rassegnata innocenza dei
giovani, la sottomissione dei
figli, l'intransigente
dispotismo dei vecchi, ma hanno
un tono più intimo, possono
rimanere fine a se stessi quasi
liberi dalla responsabilità di
costruire un intrigo. È una
delle commedie in cui l'arte del
Goldoni ha raggiunto la sua
completa maturità.
Non essendo concezioni
subiettive e astratte, ma
studiate dal vero e colte nel
movimento della vita, il comico
non si sviluppa per via di
motti, riflessioni e descrizioni
- ciò che dicesi propriamente
"spirito" e appartiene a una
società più colta e raffinata -,
ma erompe nella brusca vivacità
delle situazioni e dei
contrasti. Il Goldoni è
felicissimo nel trovare
situazioni tali che il carattere
vi possa sviluppare tutte le sue
forze. (De Sanctis) .
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Ugo Dettori | |
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